“Sulle infrastrutture della mobilità Luigi Di Maio sbaglia e alimenta un conflitto insensato e pericoloso tra infrastrutture strategiche dell’alta velocità e dell’alta capacità e qualità della mobilità territoriale. Ad un Paese come l’Italia, seconda potenza manifatturiera d’Europa, sono necessarie come il pane le une e le altre e la capacità politica e amministrativa deve puntare a realizzare entrambe, non bloccare le prime illudendo così di intervenire sulle seconde. Perché è pura demagogia affermare di poter poi riutilizzare le risorse eventualmente liberate a vantaggio dei progetti di mobilità territoriale senza conteggiare le penali enormi cui saremmo condannati.
Questo Governo ha ereditato il Piano Connettere l’Italia che significa infrastrutture strategiche da qui al 2030: 108 interventi prioritari per un volume complessivo di 181 miliardi di euro di cui 137 già disponibili, capaci di generare 220mila nuovi occupati per anno.
Connettere l’Italia, lo ricordiamo al Ministro, è caratterizzato dalla cosiddetta #cura del ferro, ha a cuore la qualità del trasporto a tutti i livelli, non mette in conflitto infrastrutture strategiche e mobilità territoriale piuttosto le tiene insieme, le articola e le connette. Non è un caso d’altra parte se nel nostro paese l’alta velocità è diventata la metropolitana d’Italia, con un aumento di traffico del 220% in 9 anni.
Inoltre, punto non indifferente, quel Piano contempla una percentuale di investimenti al Sud pari al 45%. E dunque, invece di continuare a stare in campagna elettorale, ci si rimbocchi le maniche e si lavori. Si tratta soltanto di attuare un programma di investimenti già definito: almeno di questo saranno capaci, si spera!”.


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