“Sostenere le imprese che innovando mantengono e creano lavoro significa aumentare crescita, sviluppo e occupazione per tutto il Paese. Purtroppo, dopo gli ultimi anni con il segno ‘+’, i dati dei primi mesi del 2019 confermano un preoccupante rallentamento di tutti gli indicatori economici” lo dichiara la senatrice Pd, componente della commissione Politiche dell’Unione europea Valeria Fedeli in occasione della presentazione del Rapporto 2019 del Centro studi di Confindustria ‘Dove va l’industria italiana”.

“Le imprese italiane scontano l’incertezza e l’assenza di visione dell’attuale governo e quindi hanno meno fiducia – aggiunge – Aver prima cancellato e poi solo parzialmente ripristinato gli incentivi erogati dai precedenti governi Renzi e Gentiloni, aver soppresso la Cabina di regia per l’industria che, coinvolgendo tutti gli attori, aveva il compito di programmare e coordinare gli interventi e fissarne gli obiettivi, è un grave freno allo sviluppo che rischia di bruciare, e in parte sta già accadendo, i risultati già ottenuti. Anche l’assenza di investimenti in istruzione e formazione rappresenta una pregiudiziale importante allo sviluppo e alla crescita della nostra economia.”

“Non a caso – ricorda – nel 2017 il Miur promosse l’allocazione in legge di bilancio di 65 milioni di euro in tre anni per l’aumento dell’offerta formativa professionalizzante negli Istituti tecnici Superiori proprio per venire incontro alla richiesta di competenze del mondo produttivo in materia di Impresa 4.0. Un piano strategico come Industria 4.0 che ha dimostrato, con i fatti e con i numeri, di funzionare”.

“Su questa strada – conclude Fedeli – bisogna continuare e fare ancora di più. Per restare il settimo Paese manifatturiero mondiale, serve intanto una politica industriale europea, un effettivo mercato unico europeo, una politica di sostegno agli investimenti, all’occupazione europea. Serve avere gli strumenti per concorrere nel mercato globale e sostenere la qualità e sostenibilità della manifattura italiana”.


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