“La questione fondamentale non è tanto quella del finanziamento della politica ma della democrazia nelle forze politiche, della democraticità con cui i partiti si organizzano e partecipano alla vita pubblica. E’ questa seconda questione che condiziona la prima. Si tratta di attuare l’articolo 49 della Costituzione, perché i partiti abbiano personalità giuridica e organi di garanzia, statuti pubblici, dirigenti pienamente responsabili, procedure regolate per legge di selezione delle candidature e garantiscano piena libertà degli iscritti e degli eletti. La trasparenza e la democrazia nei partiti è un bene pubblico che ha bisogno di tutela pubblica e di un sostegno pubblico”. Lo ha detto in Aula il senatore Dario Parrini, capogruppo del Pd nella Commissione Affari costituzionali, che ha aggiunto: “una forza politica che non ha una vita interna democratica non può candidarsi a guidare una democrazia liberale. Aggiungo che il politicamente opinabile non può stare sullo stesso piano del reato penale. Se una forza politica viene condannata per truffa e non restituisce il maltolto, se ci sono esponenti politici che hanno agito all’estero in violazione delle norme internazionali, ci troviamo nel campo della spudorata violazione della legge”.
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