Quello dell`autonomia è un disegno inquietante che mira alle risorse. Sono preoccupato per la tenuta del Paese. Quanto alle aperture del governatore Emiliano, aprono la strada a un dialogo nuovo». Dario Stefàno, vice capogruppo dem in Senato, apre a un nuovo confronto per l`unità del centrosinistra pugliese.
Onorevole, tiene banco il tema dell`autonomia. Ora anche la Regione Puglia è contraria.
«La questione è piuttosto complessa. C`è differenza tra la richiesta dell`Emilia e quelle di Veneto e Lombardia. Chiedere infatti autonomia su 23 materie di cui ben tre di competenza esclusiva dello Stato, come nel caso del Veneto, è come voler costruire un mini Stato. Io sono molto preoccupato. Questa mia preoccupazione l`ho espressa già in aula ed oggi sono felice di leggere che anche il presidente della mia Regione abbia rivisto la sua adesione iniziale».
In Puglia nel frattempo, Sinistra Italiana e La Puglia in Più di cui lei è espressione non hanno più partecipato al tavolo del centrosinistra in cui si proponeva la ricandidatura di Michele Emiliano. Ora siete pronti a tornare a quel tavolo?
«Non spetta a me ribadire le motivazioni della mancata partecipazione al tavolo da parte di alleati fondamentali nelle elezioni del 2015. L`obiettivo non poteva essere quello di blindare una candidatura, ma piuttosto di riaprire una discussione critica per ritrovare le ragioni di un progetto di centrosinistra da rilanciare. Un progetto unitario, allargato, che non presti però il fianco al trasformismo. Il recupero del buon senso apre sicuramente la strada a un canale di dialogo nuovo».
Emiliano ha lanciato un Comitato di liberazione dal neoautoritarismo di destra. Cosa risponde la Puglia in Più a questo appello?
«Evidentemente anche Michele Emiliano ha intuito la portata del pericolo, e non possiamo che esserne felici. Occorre ricostruire il perimetro di una coalizione democratica che tenga dentro valori e sensibilità utili a contrastare le forze populiste, xenofobe, secessioniste. A condizione che questo non si traduca in una sorta di “contro-populismo”, altrettanto inadeguato alle responsabilità di governo».
Il 23 febbraio si terrà l`incontro tra movimenti di sinistra, Giusta Causa, Sinistra Italiana e Puglia in Più. Cosa ci sideve aspettare da questo incontro?
«È una iniziativa che chiama tutti coloro che avvertono la responsabilità di ragionare nel merito dei temi e dei problemi, ma anche dei valori sui quali il centrosinistra pugliese ha già saputo mostrarsi capace di una proposta di governo credibile e ambiziosa. Il mio auspicio è che quella occasione restituisca una modalità di confronto senza prime donne, che sappia invece dare il giusto valore alle idee e alle motivazioni di una comunità democratica e progressista, disorientata ma già pentita di aver consegnato il Paese nelle mani di una destra mai moderata e illiberale, antimeridionale e razzista».
Si è parlato in passato, e si continua a parlare di una sua possibile candidatura per le regionali del 2020. È fuori discussione? E se sì, state pensando a un nome per guidare il centrosinistra?
«Questo è solo gossip. La discussione oggi è su come recuperare le ragioni di un centrosinistra unito intorno al Pd».


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