Dura oppositrice delle politiche del SalviMaio, vicina all`eurodeputato uscente Elena Gentile, severa con Michele Emiliano per le scelte politiche che ammiccano ai Cinquestelle
e per una differente visione di stile nel vivere la politica – Teresa Bellanova, ex viceministro dello Sviluppo Economico e ora senatrice dem, analizza le prossime sfide del
Pd e del centrosinistra in Puglia.
Senatrice, che linea ha dato la nuova segreteria Zingaretti al partito per le Europee?
«La posta in gioco è talmente alta da obbligare tutti alla massima chiarezza. Per questo ho sollecitato il Segretario a discutere meno “di chi” e più “di cosa”. Questa campagna
elettorale correrà su due binari: da una parte il baratro su cui è affacciato il Paese; dall`altra il nostro progetto per l`Europa. Sono necessari un progetto riconoscibile e risposte convincenti».
Chi sosterrà in Puglia? Appoggerà l`uscente Gentile?
«Lavorerò per una affermazione forte del Pd, in Puglia e dovunque. Il Def denuncia una volta di più la pochezza di questo Governo sul Mezzogiorno, dopo i nostri sforzi per affermare politiche di crescita che nel Sud hanno dato risultati. La brutale indifferenza giallo-verde verso i territori meridionali va denunciata ad altissima voce. La becera accelerazione sul Reddito di cittadinanza, che comunque taglia fuori i giovani, equivale a una mancia elettorale, un voto di scambio. C`è il rischio concreto che le persone non avranno proposte di lavoro né sostegno sociale. Così aboliscono la povertà? Va smascherato chi punta a fare incetta di voti per affermare politiche pericolose e reazionarie. Altro che prima gli Italiani: del Paese se ne fregano, pensano solo al proprio tornaconto. Con Elena ho un rapporto di antica data, e apprezzo molto il lavoro che ha svolto sulle politiche per le donne».
Le priorità dem in Europa per la Puglia?
«Per me sono lavoro, Mezzogiorno, giustizia sociale, occupazione di qualità, politiche per le migrazioni. In Europa e in Italia».
Inchiesta su Emiliano. Fratoianni attacca: no a finanziamenti a politici da aziende che lavorano con pubblica amministrazione. Condivide?
«Quando ho scelto di candidarmi ho fatto un mutuo per fare fronte alle spese elettorali. Le mie e, quando il partito lo ha chiesto, quelle di altri. Chi è in politica, a maggior ragione se con ruoli di guida amministrativa, non dovrebbe mai prestare il fianco a equivoci o dubbi di qualsiasi natura. La qualità amministrativa e la buona politica non sono separate o in astratto. Discutiamo di questo, il resto segue, è anche una questione di opportunità e di stile».
Regionali 2020: il segretario Pd Lacarra auspicava l`emersione di un candidato anti-Emiliano, con primarie entro aprile. Sono ipotesi ancora percorribili?
«Ho sempre detto che le priorità erano altre. Con Lacarra avevamo condiviso un percorso: ricostruire il confronto di coalizione e quello con i cittadini e le singole realtà territoriali, definire un perimetro capace di tenere unito il centrosinistra e confrontarsi con il civismo senza trasformismi di sorta. Spero che non si perda altro tempo. Ho dato la mia disponibilità ma è necessario raccordarsi. A meno che non voglia fare tutto da solo».
C`è lo spazio perché altre sensibilità dem -su Ilva, Tap, sviluppo – possano incarnarsi in una candidatura alternativa a Emiliano alle regionali?
«In politica lo spazio non resta mai vuoto e noi dobbiamo essere capaci di aprire una grande discussione pubblica sul futuro della Puglia. Abbiamo lavorato con forza, io senza risparmiarmi, perché Ilva non divenisse il più grande cimitero industriale italiano con danni enormi per salute e ambiente, lasciando per strada migliaia di lavoratori. Aver lavorato per il rilancio di Ilva, su Cis, portualità, strategicità della cultura, oggi consente a Taranto di pensarsi una grande capitale del Mediterraneo, oltre la monocultura
dell`acciaio. Sono arrivata al Mise quando su Tap le decisioni erano già assunte e abbiamo portato Tap e Snam a investire oltre 55 milioni di investimenti nel Salento che Conte ha ridotto a 30, senza chiarire il perché. Dopo averci offeso in tutti i modi in campagna elettorale e in Parlamento oggi i 5Stelle riconoscono la strategicità dell`infrastruttura per la decarbonizzazione e addirittura ipotizzano di poterne raddoppiare la portata, rivelando tutta la strumentalità della battaglia precedente. Vorrei che il confronto sul modello di sviluppo facesse tesoro di questo. In Puglia come in Europa il punto non sono i nomi ma il “cosa” su cui stringiamo il patto di fiducia con cittadini ed elettori. I nomi incarnano un progetto e un programma, se sono a prescindere non hanno senso».


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