“Il ministro Di Maio, che dice di volersi occupare delle tutele dei lavoratori più deboli, si occupi per risolvere il problema dell’anzianità contributIva dei lavoratori a part-time verticale ciclico” A chiederlo con un’interrogazione al ministro del Lavoro è il senatore del Pd Mauro Laus.
“Il diritto alla pensione per i lavoratori con contratto di lavoro “part-time verticale ciclico” (cioè lavoro svolto per alcune settimane del mese o per alcuni mesi dell’anno) – spiega – resta ancorato alle disposizioni operative indicate dall’Inps in una circolare del 1986. Nonostante il contenzioso ultradecennale e l’orientamento giurisprudenziale consolidatosi nel corso di 30 anni, l’Inps continua, infatti, a calcolare l’anzianità contributiva di questi lavoratori sulla base dell’effettivo lavoro, escludendo i periodi non lavorati”.
“In pratica – aggiunge – non viene riconosciuta l’anzianità contributiva per tutte le 52 settimane dell’anno a prescindere dai periodi per i quali sono versati i contributi, ma solamente in relazione alle prestazioni lavorative eseguite nel corso dell’anno. Il diritto alla pensione per questi lavoratori si sposta quindi di un anno ogni quattro”.
“Si tratta di circa 150 mila persone, in prevalenza lavoratrici con contratti a tempo indeterminato, dipendenti, in particolare, di aziende dell’agro-alimentare e nell’ambito di servizi, quali l’ausiliariato, la pulizia e la ristorazione nelle mense scolastiche e la Corte di Cassazione si è più volte espressa su ricorsi effettuati da lavoratori, in merito alla questione, invitando l’Inps a riconoscere nel calcolo dei contributi di anzianità anche i periodi non lavorati”.
“Per giustizia nei confronti di questi lavoratori e al fine di evitare ulteriori contenziosi – conclude Laus – è necessario che il ministro Di Maio dica cosa intende fare per far cessare questa odiosa discriminazione nei confronti di così tante persone che ingiustamente penalizzate e che vedono sempre più allontanarsi la data della meritata pensione”.


Ne Parlano