Il gruppo del Pd al Senato chiede il ritiro immediato del ddl Pillon, disegno di legge della Lega sottoscritto anche dai senatori del M5s, all’esame della commissione Giustizia del Senato (comincia oggi la discussione generale) perché:

E’ CONTRO I BAMBINI:

– è un provvedimento pericoloso e sbagliato. A dispetto del titolo, mette al centro le esigenze dell’adulto (in particolare del padre), non quello del figlio o dei figli minori;

– istituisce la bigenitorialità coatta, obbligatoria e paritaria: i figli, privati di ogni voce, sono ospiti dei genitori e si devono dividere in due case, con conseguente effettivo stravolgimento delle abitudini di vita e pericolosa destabilizzazione del minore. Così facendo si nega una crescita stabile, si rompono consuetudini, amicizie e percorsi che sono la base della crescita. Svanisce la responsabilità genitoriale, si torna di fatto alla patria potestà;

– cancella l’assegno di mantenimento e lo sostituisce con l’obbligo al mantenimento diretto dei figli, che cessa al compimento dei 25 anni di età, con una disparità di trattamento rispetto ai figli maggiorenni di coppie sposate.  La casa familiare rimane al genitore che ne è proprietario, l’altro deve pagare un affitto. Svanisce il principio del mantenimento del tenore di vita “paritetico” del minore presso i genitori.

E’ CONTRO LE DONNE:

– introduce l’obbligo della mediazione familiare, che costituisce un’indebita coercizione della volontà di separarsi, comporta un costo ed è pericolosa in caso di violenza domestica e di genere;

– non tiene conto del genitore economicamente più debole, di solito le madri (in un paese in cui lavora circa il 49% delle donne, agli ultimi posti in Europa, senza guadagnare in modo paritario);

– riconosce nell’ordinamento la sindrome di alienazione parentale (Pas), un’ipotetica e controversa dinamica psicologica disfunzionale non riconosciuta come disturbo psicopatologico dalla comunità scientifica. Se un figlio mostra estraneazione o rifiuto nei confronti di un genitore (di solito il padre), la responsabilità può essere dell’altro genitore “manipolante” (di solito la madre). Sulla base della Pas il giudice può dunque disporre una serie progressiva di provvedimenti nei confronti del figlio e del genitore “inadempiente”, fino al collocamento del minore in una struttura specializzata. Di fatto discrimina le donne e le considera spesso manipolanti e bugiarde, ignorando che spesso le madri si rivolgono al giudice  non per allontanare l’altro genitore, ma per chiederne una maggiore presenza.

NEGA LA VIOLENZA:

– non tutela le donne e i bambini che subiscono violenza in famiglia. Dispone infatti che il figlio sia tenuto, anche in caso di affido esclusivo ad un genitore (di solito la madre) a causa di violenza o abuso sessuale, a frequentare il genitore abusante (di solito il padre), in nome del principio della bigenitorialità..

 

Le audizioni hanno confermato le nostre preoccupazioni.
Si tratta di una controriforma del diritto di famiglia, con vari profili di incostituzionalità, che riporta l’Italia indietro di 50 anni.