“I dadi tradizionali non si faranno più a Sanguinetto nel Veronese. Una perdita di 76 posti di lavoro. Una lavorazione che si sposta per sempre. La multinazionale Unilever Manifacturing Italia, dopo la ristrutturazione dell’anno scorso che ha ridotto gli organici di 28 unità, ora procede ad una nuova ristrutturazione. Mi sembra un modo troppo utilitaristico di procedere. Sembra mancare una strategia. Trasferiscono tradizioni e competenze del nostro agroalimentare e fanno perdere posti di lavoro. Questo è il lato peggiore delle multinazionali”. Lo scrive in una nota la senatrice del Pd Daniela Sbrollini che aggiunge: “L’azienda ha parzialmente corretto il tiro, diffondendo notizie solo in parte rassicuranti rispetto al futuro degli impianti. Ma per le lavorazioni specifiche del Dado tradizionale e per i lavoratori mi sembra non cambi nulla. Per questo con il mio collega D’Arienzo ho depositato una interrogazione al Ministro perché spieghi come sta la situazione. Il Governo deve farsi parte attiva e diligente. Le multinazionali non possono impunemente trasferire conoscenze, tradizioni, marchi – con una storia di 60 anni – da una zona dove l’agroalimentare è fondamentale, come il veronese, ad altre nazioni con tanta leggerezza! Di Maio si dia una mossa!”.

Testo della interrogazione

al Ministro delle Attività produttive e del Lavoro
SBROLLINI, D’ARIENZO
Premesso che:
la multinazionale olandese Unilever ha annunciato lo spostamento dalla produzione del dado Knorr tradizionale in Portogallo con la conseguente chiusura del reparto nello stabilimento di Sanguinetto, in provincia di Verona;
la decisione è stata seguita dall’apertura della procedura di licenziamento collettivo di 76 dipendenti dello stabilimento veronese;
Considerato che:
un anno fa Unilever Manifacturing Italia aveva chiuso una vertenza per 28 esuberi;
nonostante la riorganizzazione dello scorso anno e il forte aumento dei carichi di lavoro, la multinazionale ha deciso senza alcun preavviso la delocalizzazione in Portogallo della produzione del dado Knorr e il licenziamento di 76 persone;
l’impianto, dove vengono prodotti anche confettura e risotteria, e che occupa attualmente 161 persone ha una storia lunga oltre 60 anni.
I sottoscritti chiedono al signor Ministro:
quale sia effettivamente la situazione;
cosa intende fare il Governo di fronte ad uno stabilimento che viene così drasticamente ridotto;
se non crede di dover tutelare non solo i lavoratori convolti e le loro famiglie, ma un intero comparto con le loro professionalità che andrebbero perdute;
se non ritiene necessario tutelare la storia di impresa locale di fronte alle scelte della multinazionale trovando una soluzione che garantisca il mantenimento nel sito veronese delle produzioni che facciano restare in Veneto conoscenze e competenze di questo specifico settore agroalimentare.


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