Caro direttore,
la scuola è il luogo della nostra società per natura più lontano dalla violenza. La contrasta con l`educazione alla cittadinanza attiva e al rispetto. E la ripudia in qualsiasi forma essa si manifesti e chiunque sia a commetterla. Possono apparire considerazioni scontate, ma è opportuno ribadirle chiaramente in tempi come questi in cui, in alcuni casi, purtroppo, la violenza è riuscita a farsi largo e a penetrare all`interno delle comunità scolastiche.
Appena qualche giorno fa abbiamo appreso dalla stampa di genitori che – a Nord come a Sud del nostro Paese – si sono scagliati contro gli insegnanti dei figli, distruggendo i valori alla base dell’alleanza educativa che contraddistingue un`istituzione di primaria importanza per la nostra società.
Ieri al Ministero dell`Istruzione, dell’Università e della Ricerca abbiamo consegnato all`insegnante Franca Di Blasio l`onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deciso di conferirle su precisa richiesta del  Miur. Ricorderete il grave episodio che l`ha vista protagonista: a febbraio scorso un suo alunno l`ha sfregiata in volto con un`arma da taglio. Lei, da eccellente educatrice quale è, si è in primo luogo chiesta: «Se questo ragazzo è arrivato a tanto, dove abbiamo fallito tutte e tutti noi cui spetta il compito di guidare ed educare i giovani?».
Il suo è un esempio importante, che deve aiutare tutto il mondo della scuola e tutta la comunità educante – della quale fanno parte anche le famiglie – a superare quegli atteggiamenti che hanno portato a episodi di violenza nei confronti di docenti.
Studenti che infrangono le regole o ricorrono alla violenza vanno sanzionati secondo le norme vigenti, che prevedono la sospensione e nei casi più gravi anche la non ammissione allo scrutinio finale. Genitori che aggrediscono i docenti dei propri figli, oltre ad essere dei pessimi genitori, infrangono delle regole e vanno denunciati e perseguiti secondo la legge.
Professoresse e professori svolgono un compito decisivo e insostituibile per accompagnare la crescita sana delle ragazze e dei ragazzi, per aiutarli a
diventare persone, cittadine e cittadini, consapevoli, attivi, capaci di far vivere concretamente i valori della Costituzione. Chi non rispetta il loro lavoro fa un danno non solo a tutta la scuola, ma anche a tutta la società, ai propri figli e alle speranze di futuro che vogliamo donare alle nuove generazioni.
Partendo dalla vicenda di Franca Di Blasio e dagli ultimi casi di docenti aggrediti da genitori dei loro alunni, faccio un appello alle famiglie e alla società tutta: un appello al rispetto come valore centrale per la società e per la scuola. Rispetto per ogni persona, per ogni differenza, per ogni lavoro, per ogni contributo che ciascuna e ciascuno di noi, lavorando e agendo nella società, può portare alla comunità.
Non rispettare le docenti e i docenti, non riconoscere il loro valore, significa non rispettare studentesse e studenti, non riconoscere il valore dei nostri giovani. L`autorevolezza dell`insegnante si intreccia, strettamente, agli occhi delle ragazze e dei ragazzi, con quella dei genitori. Se vogliamo costruire una società più giusta, se vogliamo dare attuazione all`articolo 3 della Costituzione, se vogliamo raggiungere gli obiettivi dell`Agenda 2030 dell`Onu, dobbiamo vincere la sfida educativa e accettare tutti il rispetto come valore fondativo di ogni comunità e democrazia.
Non servono nuove leggi, le leggi contro chi compie violenza esistono già. Lavoriamo, piuttosto, con intensità e determinazione, per produrre un cambiamento sociale e culturale profondo, che faccia del rispetto e del dialogo valori di tutte e tutti. Lo scorso ottobre abbiamo lanciato il Piano nazionale per l`educazione al rispetto, tematizzando la qualità delle relazioni umane e civili nella scuola, come fattore centrale per la complessiva qualità di questa istituzione e per il futuro di tutto il Paese. Abbiamo poi rilanciato il Patto di corresponsabilità educativa tra scuola e famiglie, proprio perché siamo convinti che la comunità educante sia un valore pratico, che deve essere non solo enunciato ma fatto vivere ogni giorno.
Denunciamo gli atti e i comportamenti violenti che possono verificarsi all`interno della scuola. Non minimizziamoli mai. Ma disinneschiamoli prima che facciano comparsa nella vita delle studentesse e degli studenti, delle nostre figlie e dei nostri figli: ripartiamo dal rispetto.


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