In attesa del decreto di ripartizione del Fondo Unico per lo Spettacolo, il governo risponda alle esigenze di chiarezza gestionale delle Fondazioni lirico-sinfoniche, che già si trovano in difficoltà finanziarie e che meritano di essere sostenute perché la lirica è ‘uno dei fattori distintivi e riconosciuti della cultura italiana nel mondo’. E’ quanto chiede la senatrice del Pd Rita Ghedini al ministro per i Beni, le Attività culturali e il Turismo Massimo Bray, con un’interrogazione sottoscritta anche dai senatori democratici Claudio Broglia, Rosa Maria Di Giorgi, Sergio Lo Giudice, Francesca Puglisi, Carlo Sangalli, Walter Tocci e Sergio Zavoli.

‘Le Fondazioni lirico-sinfoniche – spiega Rita Ghedini nell’interrogazione – sono attualmente fondazioni di diritto privato, con finalità non lucrative, qualificate come enti commerciali, alle quali il legislatore ha riservato il particolare favore dell’esclusione dalle imposte sul reddito di tutti i proventi conseguiti nell’esercizio di attività commerciali svolte in conformità agli scopi istituzionali. La ripartizione delle risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo è correlata per ciascuna Fondazione, secondo le norme vigenti, ai costi sostenuti per il personale. A questo orientamento hanno aderito alcune Fondazioni, tra le quali la Fondazione Teatro Comunale di Bologna. Ma tale orientamento non è stato invece ritenuto corretto in sede di controllo da parte di alcune Agenzie per le Entrate, tra cui quella di Bologna.

La questione è divenuta oggetto di un contenzioso che è arrivato in Cassazione, la quale ha stabilito che, in assenza di una specifica indicazione normativa, non può bastare, ai fini dell’esclusione dei contributi statali dall’imponibile, la sola dichiarazione dell’imprenditore di avere utilizzato il contributo per coprire le spese del personale. E’ chiaro che per le Fondazioni non è sostenibile pagare l’Irap sui contributi del FUS, visto che tra l’altro gli stanziamenti statali sono inadeguati ai reali bisogni. E’ per questo – conclude Ghedini – che chiediamo al governo un’interpretazione autentica delle norme, non punitiva per le Fondazioni lirico-sinfoniche’.