“Come senatori Pd noi difendiamo la libertà delle persone e il lavoro di un intero settore, quello della musica pop, che è in crescita e che lo Stato non dovrebbe penalizzare. Il biglietto nominale non è efficace nel contrastare il bagarinaggio, ma accresce i costi ai danni dei consumatori, complica le procedure, lede la libertà delle persone costrette a presentare un documento per entrare a un concerto. Per questo sosteniamo la battaglia di Assomusica e abbiamo presentato due emendamenti al decreto Bonisoli, in discussione al Senato”. Lo ha detto Simona Malpezzi, vicepresidente del gruppo dem componente della commissione Cultura, introducendo al Senato la conferenza stampa che i senatori del Pd hanno tenuto con il presidente di Assomusica Vincenzo Spera.
“Abbiamo presentato due emendamenti – ha spiegato Roberto Rampi, della commissione Cultura – così la maggioranza può scegliere. Il primo emendamento abroga tout court la norma sull’obbligo del biglietto nominale, che dal 1 luglio ha già causato file ai concerti, disagi, aumento dei costi, è inutile e dannoso. Il secondo emendamento, che riteniamo di compromesso, ricalca quello presentato dal leghista Centemero al decreto Crescita, poi ritirato, e dispone una proroga di 6 mesi per l’entrata in vigore della norma. Anche la maggioranza sa che ci sono problemi, non a caso oggi esclude lo spettacolo viaggiante, spiegando i problemi che anche noi denunciamo con la stessa voce del ministro. Noi siamo stati i primi ad intervenire contro il bagarinaggio e non accettiamo lezioni su questo. Ma non è questo lo strumento. Chi dice di fare gli interessi del pubblico evidentemente non ha parlato con il pubblico”.
“Il biglietto nominale – ha detto Vincenzo Spera – penalizza tutto il nostro settore senza contrastare il bagarinaggio online e tutti coloro che vivono nell’illegalità. Con questa norma i costi aumenteranno ancora. E non è vero che aumenta la sicurezza, ma con lo stress ai concerti aumentano i momenti di possibile insicurezza. Noi vogliamo poter lavorare”.


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