“Ho apprezzato il fatto che il Presidente del Consiglio nel suo intervento abbia richiamato la necessità che la politica di bilancio della Unione Europea debba continuare a tutelare un settore fondamentale per il nostro Paese, come quello agricolo, ma richiamo alla necessità di richiedere alla UE di dare sostanza a questo obiettivo. E questo per la importanza economica, territoriale e ambientale di questo settore, ma soprattutto perché anche nella lunga stagione di crisi che abbiamo alle spalle ha rappresentato un elemento di tenuta e di competitività fortemente anticiclico”. Così il senatore del Pd Mino Taricco, intervenendo in aula a Palazzo Madama sulle comunicazioni del premier Conte in vista del Consiglio europeo di domani.
“La proposta del presidente del Consiglio europeo che prevede una riduzione del 14% delle risorse nella prossima programmazione rispetto alla precedente, con tagli di oltre 50 miliardi di euro al bilancio agricolo UE, che per il nostro Paese porterebbe ad un taglio di oltre 2,5 miliardi, è per noi insostenibile. Soprattutto in una ottica di Green Deal europeo e italiano nel quale l’agricoltura sarà fortemente coinvolta”, sottolinea il parlamentare democratico, che aggiunge. “Così come non sono sostenibili percorsi di convergenza esterna, cioè di riduzione della entità degli aiuti diretti per le agricolture nei paesi come il nostro nella UE dall’origine, e di aumento per i paesi in quelli di recente entrata. Le nostre produzioni hanno già una forte concorrenza sui prezzi dei prodotti da quei paesi, dove vi sono costi di produzione più bassi per minori tutele dei lavoratori, dell’ambiente e per minori garanzie sociali in generale, che non potrebbero reggere anche una siffatta riduzione. La convergenza esterna può camminare solo in parallelo all’evolversi delle garanzie economiche e sociali per lavoratori e cittadini, con la crescita di sicurezza e sul lavoro e tutele ambientali, diversamente è solamente concorrenza sleale”.
“Chiediamo quindi – sottolinea Taricco – massima attenzione al sostegno alle politiche di qualità e di origine dei prodotti, e di contrasto a strumenti che non aiutano il consumatore ma, con la motivazione di semplificare, di fatto falsano la percezione della effettiva qualità come il ‘nutriscore’ o etichettatura a semaforo. La politica di bilancio della UE non può ridursi ad una discussione tra la proposta della presidenza finlandese dell’1,06, o l’attuale 1,1, o l’1,3 proposto dal Parlamento UE da parte dei paesi membri, dato comunque importante, soprattutto per un paese come il nostro contributore netto, ma sarebbe necessario aprire una seria riflessione sule entrate proprie della UE, e questo non solo per una questione estetico-economica, ma perché sono convinto che l’Unione Europea non arretra solo se ha il coraggio di avanzare, e il tema delle entrate proprie ha una forte valenza politica e di prospettiva”. “Pieno sostegno alle azioni che il Governo metterà in campo per evitare una riduzione di risorse che danneggerebbe il nostro paese”, conclude Taricco.


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