«Sbloccare i cantieri, ridurre le stazioni appaltanti, ridare impulso all`edilizia pubblica e privata». Salvatore Margiotta, Pd, classe 1964, nato a Potenza, ingegnere, è il neo sottosegretario alle Infrastrutture. Vanta una lunga esperienza parlamentare presso la commissione Lavori pubblici e ha le idee chiare su come muoversi. «Voglio portare la mia esperienza, accademica e professionale, al ministero, convinto del fatto che il Pil non riparte se non si rimettono in moto i cantieri».
Da dove partirete? Gronda di Genova, Passante di Bologna?
«Ogni iniziativa sarò decisa dalla ministra De Micheli e ovviamente dal governo. Non voglio anticipare nulla. Dico solo che bisogna andare avanti, senza strappi, e d`intesa con i 5Stelle. Credo sia necessario, e su questo siamo tutti d`accordo, semplificare le procedure per dare sprint alle infrastrutture, più forza alla ripresa e quindi all`occupazione. Non ci sono altre vie».
Mettere al centro la lotta alla burocrazia? Nel nostro Paese ci vogliono mediamente 15 anni per realizzare un`opera pubblica…
«Certo. Bisogna semplificare. Sopratutto è urgente ridurre, a mio avviso, il numero delle stazioni appaltanti, oltre 15 mila in Italia. Vanno anche riqualificate,
prendendo esempio da quanto fatto da Rfi, Invitalia e Anas».
Con i 5Stelle andrete d`accordo?
«Abbiamo grandi sfide da affrontare insieme e vogliamo farlo senza strappi, con la massima concordia, per rilanciare il settore infrastrutturale, procedendo
in maniera unitaria».
Ci sono il nodo Tav e quello delle concessioni?
«C`è un accordo di governo che verrà rispettato. Vogliamo fare il bene del Paese, portando a compimento tanti progetti che possono dare una spinta alla ripresa e creare posti di lavoro».
Cambierete anche il discusso codice degli appalti?
«Noi del Pd abbiamo scritto e votato quel codice. Ma dopo quasi tre anni è arrivato il momento per fare una sorta di check up, una messa a punto per vedere se sono necessari correttivi. Il nostro obiettivo, che intendiamo condividere con i 5Stelle, è quello di migliorarlo, cambiando ciò che non va bene. E farlo in maniera trasparente e, sopratutto, efficiente».


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