«Un tunnel sotto lo Stretto è rischioso, costoso e di dubbia fattibilità», dice subito Salvatore Margiotta, sottosegretario pd al ministero delle Infrastrutture. «Io dico: concentriamoci su ciò che davvero possiamo realizzare. Il lascito di una generazione politica, il simbolo del Paese: un ponte a campata unica lungo 3,3 chilometri che nessuno ha. Saremmo i primi al mondo. Un`opera incredibile, un fiore all`occhiello di altissima tecnica e tecnologia».
Non la pensa così il suo collega siciliano al ministero, il sottosegretario pentastellato Giancarlo Cancelleri, grande sponsor del tunnel. Dissidi?
«Immagino che l`idea del tunnel nasca dall`esigenza di limitare l`impatto ambientale. Senza tenere conto però degli impedimenti alla sua realizzazione. E qui faccio un ragionamento da ingegnere. Per fare 3 chilometri sotto il mare serve una galleria di oltre 50. Senza pensare poi che una struttura rigida in una zona sismica è la cosa peggiore che si possa concepire. E li c`è una faglia, è ben noto. Meglio una struttura flessibile, come il ponte. Il tunnel della Manica, finito nel `94, doveva costare 3 miliardi di sterline, se ne sono spesi 10: costi triplicati. Le sorprese geologiche possono essere frequenti con i tunnel sottomarini e i costi lievitano in proporzione. Di qui l`appello: non perdiamoci in discussioni infinite, non dividiamoci in inutili tifoserie».
Il premier Conte plaude all`idea del tunnel. La ministra delle infrastrutture De Micheli anche.
«Il mio ministro dice che saranno i tecnici a valutare la soluzione migliore. E difatti la struttura tecnica di missione del dicastero ci sta lavorando. Il dibattito è aperto».
Pensate di inserire l`opera nel Recovery Plan italiano?
«L`idea è quella, lasciando però l`alternativa – ponte o tunnel aperta. Come ministero abbiamo un pacchetto da 200 miliardi:130 già dettagliati nel piano “Italia Veloce” e 70 ci arriveranno dal Recovery».
Ponte e tunnel costano uguale?
«Il costo del ponte è un numero certo. C`era un contratto firmato con la Eurolink di 3,8 miliardi. Con la soluzione tunnel si sale».
Il ponte non è un`idea nuova. Perché non si è mai fatto? Perché tornarci ora? In Sicilia c`è ancora il binario unico…
«Tanti governi ci hanno provato, vero. Però c`era sempre qualche altra priorità e si arenava. Il Pd è stato spesso contrario, la mia voce era isolata. Ma ora è del tutto evidente che il Paese riparte se ripartono le opere pubbliche. I decreti Rilancio e Semplificazioni sono due carte da non sprecare. Ci consentiranno di spendere molti soldi e in fretta. Un`occasione unica per spingere Pil e occupazione. Il ponte sullo Stretto è solo un tassello di un piano ampio. Finanzieremo l`alta velocità Palermo-Messina-Catania e la Taranto-Potenza-Battipaglia. Nonostante il Covid quest`anno abbiamo già sbloccato 15 miliardi: Ponte di Genova, macrolotto della 106 Jonica, la Verona-Padova. L`Italia riparte unita: al Sud come al
Nord».


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