Senatore, come è andato l`incontro con i vertici di Aspi?
«E stata una riunione tecnica – risponde il viceministro delle Infrastrutture, Salvatore Margiotta (Pd) -, ma ormai ci siamo: la volontà del governo, già espressa dal premier Conte e dalla ministra De Micheli, è di chiudere la partita entro pochi giorni».
È più vicina la revoca della concessione delle autostrade ad Aspi o l`accordo?
«Restano aperte tutte e due le opzioni. I dati del problema non sono cambiati: a monte c`è una concessione che si regge su un atto del 2008, quando il governo era di centrodestra, che si è rivelato piuttosto vantaggioso per il concessionario mentre lo Stato non si è dimostrato in grado di fare i controlli necessari. Il crollo del ponte Morandi può certamente produrre la revoca della concessione. Il precedente governo ha avviato la procedura e l`alta commissione giuridica nominata dall`allora ministro Toninelli ha concluso che c`erano gli estremi per la revoca, ma che in un eventuale giudizio vi erano margini piuttosto ampi perché la decisione potesse essere ribaltata, con oneri pesanti a carico dello Stato. Oneri che il governo ha ridotto per legge (da 23 a 7 miliardi, ndr) ma adesso bisogna decidere».
I 5 Stelle non hanno dubbi. Alessandro Di Battista dice che « la revoca è un dovere». Il Pd?
«Molti nel Movimento 5 Stelle hanno questa posizione. Ora io non penso che per la maggioranza sia utile che gli uni si attestino sulla revoca per forza e gli altri sulla trattativa per forza, che comunque non è la posizione del Pd. Credo invece che si debba tutti insieme, e mi riferisco anche a Iv e Leu, valutare quale sia la soluzione migliore soluzione nell`interesse del Paese e tenendo conto del fatto tragico avvenuto due anni fa».
Secondo lei?
«Ripeto, deve essere una scelta collegiale del governo. E sono fiducioso che Conte arriverà a una decisione corale e condivisa».
Possiamo permetterci di rischiare una penale da 7 miliardi?
«Bisogna tener conto di tutti gli aspetti del problema. In caso di revoca della concessione ad Aspi, bisogna anche risolvere la questione di chi gestisce la rete autostradale in attesa della gara per scegliere il nuovo gestore».
Tutto lascia pensare che sarà la società pubblica Anas.
«Sì, ma è tutto da vedere se Anas è in grado. Ho grande stima nei vertici della società, che però ha già tantissime incombenze. E comunque non è che passando da Aspi ad Anas si risolve automaticamente tutto. L`ultimo ponte crollato era gestito da Anas».
L`accordo con Aspi, invece, potrebbe essere vantaggioso?
«Come hanno spiegato il presidente Conte e la ministra De Micheli un eventuale accordo sarebbe a caro prezzo per Aspi: forte diminuzione delle tariffe; ristoro congruo dei danni; e certezza degli investimenti, che inoltre verrebbero remunerati dopo e non prima che siano stati fatti».
Per l`accordo sarebbe necessario anche il cambio dell`assetto societario di Aspi? La famiglia Benetton dovrebbe lasciare il controllo o addirittura uscire?
«C`è un ragionamento in atto su questo. Ma tali cambiamenti possono eventualmente avvenire solo in modo consensuale. Credo che la società stia facendo le sue valutazioni».
Quanto costerebbe allo Stato rilevare dai Benetton il controllo di Aspi?
«Bella domanda. Questo è uno dei temi al centro della discussione e non è facile fare una cifra».
Atlantia, che controlla Aspi, è crollata in Borsa. Aspi ha più di 7 mila dipendenti. Se li accollerà lo Stato, cioè l`Anas, in caso di revoca della concessione e fallimento di Aspi?
«Aspi è un asset del Paese. Se dovesse fallire in seguito all`eventuale revoca, dovremmo certamente farci carico, attraverso Anas, dei suoi dipendenti e di non disperdere il suo patrimonio di professionalità.


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