Velocizzare la riforma del codice della strada, aprire una discussione sull`introduzione di ulteriori sanzioni per i pedoni responsabili di comportamenti che causano incidenti. E poi campagne di informazione ovunque. Salvatore Margiotta, sottosegretario del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è molto preoccupato per la serie di incidenti sulle strade italiane.
Eppure uno strumento utile come la riforma del codice della strada che era stata data per ormai pronta a luglio è ancora fermo.
«La commissione competente ha elaborato un testo ben strutturato. A agosto la caduta del governo ha creato un inevitabile rallentamento. Con il nuovo esecutivo proprio io ho avuto una serie di incontri con la commissione Trasporti per superare gli ostacoli di carattere finanziario prima di mandare il testo in aula». Quando prevedete di ottenere il via libera?
«Bisogna accelerare i tempi. Ci lavoreremo in questo mese di gennaio. Si sono creati alcuni problemi di coperture finanziarie ma sono rapidamente risolvibili e con questa riforma nel codice scriveremo che l`uso del cellulare va sanzionato in modo deciso fino ad arrivare nei casi più gravi alla sospensione della patente perché è uno dei motivi maggiori di incidentalità e mortalità sulle strade. Ma sarei un ingenuo a pensare che i problemi sulle strade italiane si risolvono con una riforma del codice».
Che cosa si deve fare?
«Tony Blair quando era premier diceva che tre cose erano importanti per il suo governo: education, education, education. Lo stesso vale per gli incidenti». Quindi più campagne di informazione che maggiori sanzioni contro chi guida sotto l`effetto di droghe o stupefacenti? «Non è con una repressione ancora più forte che si possono evitare incidenti di questo tipo. Le leggi esistono già e prevedono sanzioni molto severe. I veri effetti positivi si ottengono con le campagne di informazione, con una rivoluzione del sistema dei trasporti, con interventi di tipo strutturale e non episodico o nati sull`onda emotiva del momento. Non dimentichiamo che l`Italia è il Paese dove gli spostamenti avvengono per il 60% con mezzi privati e questo dato è fermo negli anni nonostante i tanti investimenti realizzati».
Questi interventi possono essere efficaci nel lungo termine ma nel breve termine che si fa? E con gli incidenti notturni? Anche in quel caso è difficile che in gran parte dell`Italia si riesca a trovare alternative ai mezzi privati per spostarsi. Si può pensare a un aumento dei controlli?
«Lo stesso direttore della polizia stradale sostiene che non si possono militarizzare le città. Le pattuglie già ci sono e sono sufficienti. E gli incidenti sono diminuiti secondo gli ultimi dati Istat. Questo non toglie che io sia comunque preoccupatissimo, e lo dico anche da padre di un adolescente, ma la strada più importante e efficace da seguire sono le campagne di informazione. Le faremo nelle scuole e sono allo studio delle iniziative anche con il Cnel».
In alcuni incidenti anche i pedoni hanno la loro responsabilità. Pensate di tenerne conto?
«Bisogna avviare una riflessione anche sui pedoni. E` necessario adottare delle misure per far capire che i semafori rossi vanno rispettati. Si possono studiare sanzioni o alternative, ne parlerò con il ministro ma è necessario occuparsi anche dei pedoni, forse già nella riforma del codice in via di approvazione quando il testo arriverà in aula».


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