“Il Ministro Di Maio ha il dovere, se non l’obbligo, di rispondere. Rispondere in Parlamento significa rispondere al Paese. Lui è garante dell’Accordo con Arcelor Mittal all’ex Ilva sottoscritto nel settembre scorso. Di fronte alla decisione di collocare 1400 lavoratori in Cassa integrazione ordinaria, Di Maio non può pensare di cavarsela con un comunicato di circostanza in cui chiede all’azienda il rispetto dell’accordo. E’ necessario che il Ministro sia più rispettoso dei lavoratori e dei cittadini facendoci sapere se era stato preventivamente informato dall’azienda, se dal 5 settembre ad oggi ha mai convocato un Tavolo al Mise di monitoraggio del Piano, quali azioni intende mettere in campo per evitare il ripetersi della vicenda Mercatone Uno. Noi non abbiamo smesso neanche per un secondo di occuparci della città di Taranto, lo abbiamo fatto dal Governo e continuiamo all’opposizione. Ed è per questo, già che ci siamo, che riteniamo doverosa da parte del Governo una spiegazione sul perché si ostina a non voler prorogare di un anno la vita dell’Agenzia Portuale di Taranto. Si è ritenuto di cassare i nostri sub-emendamenti che non prevedevano alcun aggravio di spesa ed accogliere invece un Ordine del giorno targato 5Stelle che risulterà del tutto inutile. Per i 500 lavoratori dell’Agenzia è necessaria la proroga della norma, il resto è chiacchiera. Turco e compagni possono prendere in giro solo chi non conosce il meccanismo parlamentare: a differenza di un emendamento l’odg impegna ma non vincola. Allora io dico: facciamo le persone serie.
Se tutti vogliamo lavorare per il bene di Taranto, i parlamentari 5Stelle facciano proprio il mio sub-emendamento, lo presentino nel Decreto Crescita e noi lo voteremo”.
Così la Senatrice Teresa Bellanova che sulla Cassa integrazione all’Ilva ha depositato un’interrogazione al Ministro Di Maio, sottoscritta dai senatori Pd.
“Il Ministro Di Maio ha un vezzo”, prosegue la Senatrice Bellanova, “quello di non rispondere nel merito a nessuna delle questioni che gli vengono poste. Funziona se chi hai davanti non ha gli strumenti per controbattere e infatti le sue sono dichiarazioni senza contraddittorio, preferibilmente sui social. Prima o poi dovrà rendere conto della scarsissima attenzione e vigilanza verso situazioni gravissime che si stanno determinando nel nostro Paese, da Whirlpool a Mercatone Uno, e spiegare anche come mai da inizio anno i Tavoli di crisi aperti al Mise sono lievitati, da 138 a 158. Io al Mise ci sono stata e so, da ex viceministro, che una giornata di 24 ore è corta. Vorrei capire, e vorrei tanto che fosse lui a spiegarmelo, come fa uno a guidare due Ministeri così decisivi per la vita delle persone nel nostro Paese senza che si aprano continuamente falle. Non si può delegare, tanto meno a persone che non hanno l’autorevolezza necessaria sui Tavoli. Si deve stare seduti a lavorare e risolvere i problemi. E adesso deve dirci se della cassa integrazione all’Ilva sapeva e ha preferito fare finta di niente”.


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