Un’interrogazione urgente su quanto di “allucinante e vergognoso sta emergendo su alcuni call center del tarantino”.
La annuncia la Senatrice Teresa Bellanova che già, a proposito degli effetti del Decreto dignità sui licenziamenti di centinaia di lavoratori e le lavoratrici nei call center salentini, aveva acceso un faro con due precedenti interrogazioni depositate negli scorsi mesi e ancora senza risposta da parte del Ministro Di Maio.
“Non si doveva assolutamente permettere”, rimarca la Senatrice Teresa Bellanova, “che accadesse quanto di inverosimile sta emergendo e di certo molto si sarebbe potuto evitare se, come stavamo facendo con il precedente Governo, i call center fossero rimasti una delle priorità all’attenzione del Ministero del lavoro. Così non è stato e questa è una delle conseguenze. Tutti sappiamo come il mondo dei call center sia complicato e difficilissimo da monitorare e come le delocalizzazioni in altri paesi Ue ed extra Ue abbiamo rimescolato condizioni di lavoro e salariali. Per questo non bisognava abbassare la guardia a partire da alcuni elementi non derogabili: clausola sociale, per cui proprio Taranto aveva fatto scuola quando avevamo costruito quella legge che affermava una garanzia senza precedenti; accordo collettivo di lavoro per impedire il rischio che malaffare, sfruttamento, cinismo imprenditoriale potessero prendere il sopravvento; ruolo chiave delle parti sociali a garanzia delle più complessive condizioni di lavoro, non solo salariali.
Vista la gravità della situazione mi auguro che stavolta il Ministro Di Maio non voglia sottrarsi come suo solito e che le strutture centrali e territoriali del Ministero del lavoro vogliano agire immediatamente per le obbligate verifiche. Di Maio attivi urgentemente le visite ispettive e convochi le parti sociali al Ministero. Quello non è lavoro e quelle non sono imprese. Per questo ringrazio il mondo dell’informazione per il coraggio con cui ha fatto luce su questa vergogna”.
 


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