“Il sito Sda di Milano è ormai bloccato da un mese senza possibilità di accesso e di recupero dei 70.000 pacchi non consegnati. All’interno del sito è allocata anche merce deperibile che sta determinando problemi igienico sanitari, accertati dalle Autorità competenti. Ogni tentativo fatto nei giorni scorsi di prelevare merce è stato impedito dai pochi (15-20) manifestanti di presidio al sito. A nulla sono valse le richieste di intervento (oltre 15) fatte alla Questura ed alla Prefettura di far sgomberare l’area e ripristinare la legalità. E sono assolutamente false le dichiarazioni dei Cobas che hanno affermato su alcuni giornali la serrata da parte dell’azienda. Solo negli ultimi giorni la Prefettura di Milano, incalzata dalla Commissione Trasporti del Senato, e a quanto ci è stato comunicato da SDA e dal Gruppo Poste, ha cercato di esperire un debole tentativo di mediazione soprattutto chiedendo a SDA di assecondare tutte le richieste delle organizzazioni di protesta nonostante le responsabilità siano esclusivamente a loro ascrivibili. In particolare oltre alle condizioni di rientro già concordate (rotazione dei lavoratori al 50% delle giornate lavorative) l’accordo prevedeva: rientro al lavoro a tempo pieno al 20/11 (tutt’altro che scontato visti i volumi persi da SDA nel frattempo) e richiesta di integrare lo stipendio di settembre che verrà erogato dal fornitore (circa 300 €) con anticipo di TFR fino ad oggi maturato. Il tutto con l’impegno del Prefetto di Milano che se tale ennesimo accordo non fosse stato sottoscritto dalle organizzazioni entro lunedì 9 ottobre in mattinata (ennesima promessa) lo stesso avrebbe disposto lo sgombero dei manifestanti. L’impegno cosi come nelle precedenti occasioni non è stato mantenuto. Anzi i sindacati Cobas hanno ulteriormente rilanciato nell’incontro di ieri sera presso la Prefettura di Milano chiedendo l’impegno al ritorno al 100% degli organici entro il 10/11, a fronte della garanzia da parte di SDA al 20/11 non scontata visti i volumi persi a causa dello sciopero selvaggio attuato finora; l’aumento dell’anticipo TFR arrivando per tutti i lavoratori ad almeno 1500 € netti. Da ultimo, cosa ancora più grave, nonostante il mancato rispetto degli impegni assunti la Prefettura nella giornata di ieri sera ha convocato l’ennesima riunione per rivedere i termini dell’accordo. È incomprensibile il comportamento del Prefetto di Milano che continua ad avallare le richieste ricattatorie da parte dei Cobas. Torno a chiedere a Governo un intervento immediato affinché venga riaperto senza ulteriori indugi la sede Sda di Milano e si ponga fine a questo scempio della legalità. Chiedo all’ AD di Poste Italiane di agire pubblicamente per denunciare quanto sta avvenendo nei tavoli convocati da settimane alla Prefettura di Milano. Da notizie, che spero possano essere smentite, ci sarebbe il rischio che di fronte al mantenimento dell’attuale situazione il gruppo poste stia valutando la chiusura definitiva dell’hub di Milano con un danno enorme in termini di posti di lavoro persi. Il Prefetto di Milano tuteli i lavoratori onesti e smetta di assecondare i Cobas”.
E’ quanto scrive il senatore del Partito democratico Stefano Esposito, vice presidente Commissione Lavori Pubblici e comunicazioni a Palazzo Madama.


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