“Dalle notizie pubblicate oggi su un quotidiano online dell’Abruzzo, la Intecs Solution spa avrebbe licenziato i dipendenti dell’Aquila per poi verificare la situazione di una parte di essi, qualora ci fosse una sorta di attenzione sulle proposte di finanziamento presentate alla Regione. Brutta cosa: dalle dichiarazioni del manager di Intecs, riportate dai media, sembrerebbe in atto una sorta di pressione e di ricatto nei confronti delle istituzioni regionali. La Regione Abruzzo deve infatti valutare a breve 3 progetti di ricerca presentati da associazioni temporanee di impresa in cui figura anche l’azienda: se passano, bene, altrimenti si proseguirà con la chiusura. E’ questo il senso delle parole pronunciate dall’amministratore delegato e direttore generale di Intecs Marco Casucci, in un audio in possesso dei media? Si tratta di dichiarazioni allucinanti, perché la preoccupazione per i lavoratori è tanta e le istituzioni non sono un bancomat. I ricercatori usati come scudo umano per ottenere risorse pubbliche? Su questa vicenda ho presentato un’interrogazione parlamentare”. Lo dice la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, eletta in Abruzzo.
“La Intecs – ricostruisce Pezzopane – ha comunicato all’assessore regionale Giovanni Lolli la volontà di dismettere il laboratorio dell’Aquila e, senza neppure avvisare le RSU, ha avviato la chiusura del sito. Anche secondo la Cgil, il management della società non ha utilizzato le effettive potenzialità del laboratorio di ricerca, sfruttando solo il mercato e gli ammortizzatori sociali, senza innovazione di sorta, fino al momento attuale. Considerando che l’azienda partecipa al tavolo di confronto e di programmazione della Regione Abruzzo sui percorsi d’innovazione tecnologica e che in associazione temporanea d’impresa con altre aziende ha presentato progetti con richieste di finanziamento che attengono ai bandi per l’assegnazione dei fondi Por Fesr 2014-2020, le dichiarazioni dell’ad rese note dai media meritano un chiarimento istituzionale urgente. Al governo chiedo un intervento perché convochino l’azienda per capire le intenzioni e le ragioni della chiusura del sito aquilano e per capire come stanno operando i vertici di quest’azienda, visto che in gioco c’è il destino di oltre 60 ricercatori e di altri lavoratori e delle loro famiglie e anche di un pezzo di industria innovativa della regione e del Paese”.


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