“I lavoratori stranieri irregolari vanno regolarizzati. Non solo i braccianti, ma anche badanti, colf e chi in Italia è “sans papier” pur essendo integrato”. Roberta Pinotti, ex ministra della Difesa, impegna il Pd nella battaglia per la regolarizzazione, anche per tutelare la salute pubblica nell’emergenza coronavirus. Rivendica inoltre una nuova politica sull’immigrazione.

Pinotti, ora il Pd chiede la regolarizzazione per problemi di salute pubblica? E comunque solo per chi lavora nei campi?
“E’ una necessità più evidente per l’agroalimentare. Ma non solo. Significa fare emergere chi è irregolare e farlo entrare in un percorso di legalità. Così si aumenta la sicurezza non solo per gli immigrati ma anche per tutti noi”.

Ma la battaglia per la regolarizzazione muove da un’esigenza economica o sanitaria?
“E’ necessario fare emergere chi lavora in nero. Voglio ricordare che il 9% del nostro Pil viene dal lavoro di immigrati regolari, che sono oltre 5 milioni. Gli irregolari sono stimati in 600 mila. Quindi c’è anche un interesse economico, oltre che evidenti motivi di sicurezza”.

Ma oggi diventa un’emergenza sanitaria?
“Sì. Quanti irregolari vivono come fantasmi, non si sa dove, in quale promiscuità, in condizioni igieniche inadeguate senza alcuna tutela. Tutto questo è un rischio sanitario”.

Però voi Dem siete stati piuttosto timidi: avete aspettato che la ministra dell’Agricoltura, la renziana Teresa Bellanova alzasse la voce e che l’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti, considerato un battitore libero nel partito, lanciasse l’allarme.
“Non è vero. La questione era già stata posta da noi qualche mese fa nel tavolo tecnico sui decreti sicurezza con la ministra Lamorgese e il premier Conte, a cui ho partecipato. Forse con meno clamore mediatico, ma con nettezza”.

Insomma, volete una sanatoria?
“La parola sanatoria non mi piace perché indica una risposta solo legata all’emergenza. Bisogna affrontare il problema in modo strutturale, facendo emergere e regolarizzando chi già oggi lavora ma non è in regola nel nostro paese. So che il Viminale sta lavorando in tal senso. E’ tempo di pensieri lunghi e di uscire dalle contrapposizioni ideologiche e dalle convenienze di consenso immediato. Occorre anche fare un tagliando alla Bossi-Fini, la legge sull’immigrazione”.

Salvini e Meloni attaccano. Dicono: prima gli italiani.
“Sono gli italiani stessi a comprenderne la necessità. Quelli che si sono ritrovati con badanti non in regola e che non potevano neppure muoversi in queste settimane di coronavirus. O chi nei campi non sa come fare i raccolti. Voglio dire a Salvini e Meloni che non è più tempo di proclami ideologici e di solleticare le paure. Ma di risolvere i problemi”.

Giusto chiudere i porti?
“Ha ragione Minniti: va tenuta insieme salute e umanità. I migranti devono stare in quarantena su navi ad hoc”.


Ne Parlano