“Il cambio di proprietà della Marelli potrebbe essere un fatto positivo. Il passaggio da un fondo di investimento americano ad un imprenditore britannico però nasconde molte domande senza risposta”. Lo afferma la senatrice dem Daniela Sbrollini che aggiunge: “a me sembra una partenza con il piede sbagliato fare come prima mossa una ristrutturazione senza investimenti, che tradotto significa il licenziamento di 40 dipendenti! Già era stato pesante assorbire il sacrificio di un centinaio di dipendenti avvenuto nel corso dell’anno scorso. Questo era stato almeno presentato al territorio come necessario per un rilancio dell’azienda, nell’ambito di un progetto che sembrava ragionato. Ora il licenziamento di altre 40 persone senza che sia stato presentato un piano industriale rappresenta un campanello di allarme forte. Posti di lavoro tagliati per ottenere cosa? Se poi, come sembrerebbe, si tratta di personale degli uffici che possono trovare difficoltà di reinserimento in zona, il sacrificio appare ancora più doloroso. Se gli inglesi hanno acquistato, investendo evidentemente parecchi soldi, possibile che l’abbiano fatto senza avere un’idea di utilizzo e di rilancio dell’azienda? E allora perché non partire dalla presentazione del piano industriale ed eventualmente condividere poi con le parti sociali un percorso di riduzione degli eventuali esuberi? Auspichiamo che la nuova dirigenza voglia prendere in considerazione queste nostre preoccupazioni. E ci auguriamo che l’azienda sappia indicare un percorso di rilancio. Una chiara prospettiva aziendale potrebbe trovare le giuste collaborazioni nelle rappresentanze sindacali. I sindaci delle comunità del territorio potrebbero aiutare i nuovi proprietari ed i nuovi manager a capire meglio i tempi ed i modi per intervenire”.
“Non vorremmo – conclude Sbrollini – che il cambio di proprietà portasse ad un’altra conduzione dove non si intravvede mai la faccia della proprietà e non se ne sente neppure il sentimento”.


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