“Dal Rapporto Svimez 2018 due conferme significative. La prima è che nel
triennnio 2015-2017 si è effettivamente verificata una ripresa
dell’economia meridionale, in particolare dell’industria manifatturiera.
In particolare, nel 2017, il Pil delle regioni del Mezzogiorno ha fatto
registrare un incremento (1,4%) quasi pari a quello del Centro-Nord
(1,5%). Ovviamente non si può essere pienamente soddisfatti di questo
risultato dal momento che l’obiettivo è la riduzione progressiva del gap
per cui occorrerebbe un incremento del tasso di crescita meridionale
superiore a quello delle aree più sviluppate, ma è altrettanto indubbio
che nello scorso triennio si era invertita una tendenza che dopo la
crisi del 2008 aveva invece ampliato il gap”. Lo dichiara la senatrice
Valeria Valente, Vicepresidente del Gruppo Pd al Senato e segretaria
della Commissione Giustizia.
“La seconda conferma – prosegue Valente – è che sulla principale misura
di politica economica contenuta nella manovra di bilancio ritenuta a
favore del Sud, ovvero il reddito di cittadinanza, il governo mente o
come minimo ha le idee molto confuse. Infatti la Svimez osserva che – a
prescindere dalle enormi difficoltà attuative che con ogni probabilità
faranno slittare l’erogazione del sussidio ben oltre l’inizio del 2019 –
il reddito di cittadinanza sarà comunque qualcosa di molto diverso da
ciò che è stato propagandato prima e dopo la campagna elettorale, ovvero
i famosi 780 euro per tutti. Per attuare quel tipo di misura, infatti,
sarebbe occorso il doppio dello stanziamento previsto dal governo (8-9
miliardi). E d’altronde di ciò doverebbe essere perfettamente
consapevole lo stesso ministro Di Maio dato che nel programma dei
Cinquestelle il costo del reddito di cittadinanza era valutato in circa
16 miliardi. Dunque la Svimez calcola che con le risorse programmate si
potrà erogare al massimo un sussidio variabile tra i 255 e i 712 euro
per 1,8 milioni di famiglie.”
“Per il resto, si confermano tutte le enormi perplessità sulla validità
del reddito di cittadinanza come provvedimento a favore del Mezzogiorno.
Il Sud – come ha sempre sostenuto la Svimez – può sperare di ridurre la
forbice con il Centro-Nord soltanto attraverso forti incrementi degli
investimenti pubblici, soprattutto in infrastrutture, politiche di
sostegno alle imprese meridionali innovative e servizi alle famiglie.
Presentare una misura assistenziale come elemento qualificante di una
politica meridionalista conferma unicamente la strategia del governo
Salvini-Di Maio che considera ancora il Mezzogiorno come riserva di
manodopera e, in ultima istanza, riserva di caccia elettorale per i
populisti”, conclude Valente.


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