‘Il governo italiano rischia un’altra figuraccia: la vicenda di Abdel Touil evoca sinistramente il più noto ‘caso Shalabayeva’, le sue mille contraddizioni e la sua pessima gestione’.
E quanto afferma il senatore del Partito democratico Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani a Palazzo Madama.
‘Un giovane marocchino, arrivato come tanti altri in Italia attraverso un lungo e doloroso percorso, rischia di essere respinto nel paese natale in quanto ‘irregolare’ – sottolinea Manconi – Ma lì, in Marocco, la sua sorte potrebbe essere segnata: rischia, infatti, di essere estradato in Tunisia in quanto accusato di aver partecipato all’organizzazione del sanguinoso attentato al museo Bardo nel marzo scorso. Ma Touil è stato già giudicato in Italia e la sua innocenza e la sua totale estraneità ai fatti sono state riconosciute, appena due giorni fa, dalla quinta sezione penale della Corte d’appello di Milano. Inoltre, il trasferimento nel Cie di Torino, subito dopo la scarcerazione, appare davvero una misura inutilmente persecutoria. E, infatti, Abdel Touil era già stato identificato prima dell’arresto e il suo passaporto era ben noto alle autorità tunisine e italiane. Se, invece, quella reclusione fosse finalizzata al rimpatrio, sarebbe altrettanto inappropriata. Touil andrebbe risarcito, piuttosto, per il danno subito – cinque mesi di detenzione ingiusta – con la concessione di una protezione internazionale e non con l’accompagnamento coatto in un paese, il Marocco, in cui la sua incolumità è tutt’altro che garantita. E allora, finché siamo in tempo, evitiamo la riedizione del ‘caso Shalabayeva’, ancora protagonista il nostro ministero dell’Interno, e una nuova figuraccia internazionale: nello scenario mondiale, l’Italia non brilla, certo, per la sua indefessa battaglia a tutela dei diritti umani’ conclude l’esponente pd.

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