“Come temevo il neo presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso del suo intervento non ha fatto nessun riferimento al tema cruciale delle infrastrutture. E’ del tutto evidente che abbia preferito sorvolare su un argomento che nei prossimi mesi potrebbe dividere la maggioranza che sostiene il suo governo. Sarebbe, tuttavia, importante capire se le grandi opere si faranno o verranno fermate e se, dunque, prevarrà la linea della Lega o quella del M5S. Perché deve essere chiaro a tutti che bloccare gli investimenti pubblici significa far diminuire il Pil del nostro Paese, riducendo le possibilità di crescita e sviluppo”. Lo dice il senatore e Responsabile Infrastrutture e Trasporti del Pd Salvatore Margiotta.
“Stiamo parlando – continua Margiotta – di un tema che appassiona poco gli elettori, ma che è strategico per il sistema Paese e per le sue opportunità di essere competitivo a livello globale. Anche sul Codice degli Appalti la posizione del governo è apparsa assai ambigua e sembra esprimere il tentativo di tenere insieme due posizioni che sono, pure in questo caso, inconciliabili: la Lega è per l’abolizione mentre il M5S nella scorsa legislatura ha avuto un approccio giustizialista e demagogico.
Il Sud, come prevedibile, è scomparso dall’agenda politica, sacrificato sull’altare di un governo che, nonostante i numeri dei due azionisti che lo compongono, è a chiara ed indiscutibile trazione leghista.
Se oggi Conte può far finta che il tema dello sviluppo infrastrutturale del Paese non esista, nei prossimi mesi dovrà farci i conti e dire chiaramente se vuole abbandonare la strada della crescita e dello sviluppo per consegnare l’Italia a un lento e inesorabile declino”, così conclude il senatore del Pd.


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