“Un provvedimento che ci consente di dare una risposta positiva alle richieste di aiuto e di giustizia dei cittadini in modo chiaro e trasparente. Ancora una volta il governo ha mantenuto la promessa di restituire il maltolto ai cittadini truffati tutelando soprattutto le fasce più deboli “. Così la senatrice Donella Mattesini interviene in Aula nel dibattito sul DL Banche.
“E’ un obiettivo importante – sottolinea Mattesini – raggiunto grazie all’impegno del governo in una lunga trattativa con l’Europa che, in un primo momento, ha assunto un atteggiamento di netta chiusura alle richieste italiane. Quindi si tratta di un grande cambiamento, di un grande risultato, ma che non era né scontato né casuale, perché è frutto di un’azione governativa che ha sempre avuto l’obiettivo di risarcire tutti i cittadini, della cui truffa non è responsabile il Governo o questo Parlamento”.
“Ora – aggiunge – attraverso anche l’apporto proficuo del parlamento, siamo finalmente in grado di dare le risposte auspicate in particolare su alcuni nodi importanti contenuti negli articoli 8 e 9 del provvedimento: il passaggio dal reddito di 35.000 euro da lordo a complessivo per la possibilità di accesso all’automatismo, che consente così un ampliamento della platea; l’aumento da 4 a 6 mesi del periodo in cui si può presentare l’istanza di risarcimento; lo spostamento della dichiarazione dei redditi dal 2015 al 2014; la semplificazione della documentazione che deve fornire la Banca entro 15 giorni dalla richiesta; un decreto attuativo da promulgare entro il 30 giungo per stabilire in modo chiaro le procedure per richiedere l’arbitrato e per consentire ai cittadini di compiere una scelta con conoscenza, trasparenza e consapevolezza in base agli strumenti forniti dalla legge”.
“La pacificazione sociale – conclude Mattesini – va nell’interesse dei cittadini e di un rapporto tra banche e territorio, che deve tornare ad essere positivo perché i territori hanno bisogno di una politica finanziaria che li possa sostenere. Questo è l’intento del provvedimento, questa è la sua direzione e questa è la volontà politica che il governo e il parlamento hanno voluto ribadire nella legge”.


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