«Nessuno ha chiesto la convocazione di De Luca in Antimafia, e in commissione non c`è nessuna inchiesta aperta sul conto del governatore». Franco Mirabelli, capogruppo Pd in Commissione Antimafia, riannoda le fila di una giornata segnata da polemiche.
I grillini accusano il Pd di aver offerto un salvacondotto a De Luca.
«Respingo le accuse al mittente. La commissione Antimafia si è comportata come sempre. Di fronte a una richiesta delle opposizioni di aprire un`indagine, è stato votato all`unanimità il mandato alla Presidente di verificare l`esistenza di eventuali fascicoli aperti dalla Procura di Napoli.
I grillini la accusano di essere stato pavido.
«Pura propaganda. C`era la tentazione di associare il nome di De Luca all`Antimafia. Un evidente  tentativo di strumentalizzare il
nome del governatore in vista del referendum».
Perché nessuno di loro ha viceversa criticato la scelta di non intervenire sulla vicenda delle firme false a Palermo?
«In quel caso ce ne sarebbe stata ragione, visto che l`inchiesta vede coinvolto anche Nuti, che è un membro della commissione Antimafia. Ma ha prevalso la ragionevolezza: in periodo di referendum, si è scelto di evitare possibili strumentalizzazioni proprio come nel caso del governatore campano».
L`audio dell`incontro tra De Luca e i sindaci ha fatto discutere. Ci sono lecondizioni per aprire un`inchiesta?
«La Commissione ha la funzione di contrastare la criminalità organizzata, non serve per la propaganda politica- Dopo il referendum, nessuno si interesserà più a questa storia».
Una bolla di sapone destinata a sgonfiarsi?
«A mio avviso De Luca ha usato un linguaggio diverso da quello del politically correct, ma quell`audio con la mafia non c`entra nulla. È la storia del governatore a parlare: è al di sopra di ogni sospetto di mafiosità».


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