“Il governo ha presentato un DEF solo tendenziale, senza la parte programmatica, senza dire cosa ha intenzione di fare per la prossima manovra di bilancio. Il governo politico non ha una politica economica. Meloni e Giorgetti vogliono nascondere le crescenti difficoltà, tirare a campare per superare le europee senza dover dire agli italiani quali tasse aumenteranno e quali spese verranno tagliate per trovare i 20 miliardi che mancano. La verità è che la crescita del 2024 è inferiore alle previsioni, con stime del Governo molto ottimistiche rispetto a quanto dicono esempio Bankitalia, il Fondo Monetario Internazionale, l’Ufficio parlamentare di bilancio. Il triennio 2025-2027 è appeso all’attuazione del PNRR, che spiega il 90% dell’andamento del PIL. Anche la situazione dei conti pubblici è molto difficile. Nel 2023 il deficit pubblico è andato fuori controllo: previsto al 5,3% dalla NADEF, ha chiuso al 7,4%. Sono 48 miliardi di euro in più rispetto alle stime di settembre. Pesano gli extra costi del super bonus, ma il governo dovrebbe spiegare perché a dicembre 2022 il costo del 110 era di 69 miliardi e mese dopo mese è esploso fino ai 122 miliardi di marzo 2024, nonostante il decreto che nel febbraio 2023 ha bloccato la cessione dei crediti fiscali. Evidentemente le deroghe volute dai parlamentari di maggioranza hanno vanificato tutto. Torna a crescere il debito, fino a sfiorare il 140% nel 2026. Il sentiero è reso ancora più stretto dal nuovo patto di stabilità europeo, su cui la destra ha dato il peggio di se. la presidente Meloni e il ministro Giorgetti di fronte al Parlamento hanno parlato di un accordo soddisfacente. Non sono riusciti a convincere nemmeno i loro europarlamentari, che ieri si sono astenuti. Insomma se anche i conti rimarranno allineati al percorso della NADEF, bisognerà trovare un enorme ammontare di risorse, innanzitutto per coprire le politiche invariate, le cambiali di Giorgetti: 19 miliardi nel 2025, 23 miliardi nel 2026 e 25 miliardi nel 2027, senza contare quello che servirà per le nuove iniziative di politica economica e sociale. Il DEF è di fatto una pagina bianca; il governo politico e di legislatura, nato con l’ambizione di cambiare l’Italia, ha deciso che è meglio rimanere in silenzio, rinunciando a governare”. Così sen Antonio Misiani, responsabile Economico del Pd, intervenendo nell’aula di palazzo Madama in sede di discussione del DEF.


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