“Per la prima volta dal 2000, la Commissione di vigilanza Rai approva una delibera fortemente disallineata da quella dell’Autorità indipendente AGCOM tutta piegata ad una visione di distorsione informativa a favore della voce di Governo.
Se alla fine viene approvato a denti stretti il sacrosanto principio della introduzione del peso degli ascolti per fascia oraria nella valutazione dei tempi di parola e di notizia, al tempo stesso vengono bocciati emendamenti, proposti dalla minoranza, che rendevano più aderente il principio con le disposizioni Agcom.
In due emendamenti la maggioranza ha inserito spazi supplementari, e ultronei, della voce del Governo in contesti che riguardano esplicitamente il dibattito politico-elettorale. In particolare un emendamento (4.13) preliminarmente illustrato come fosse stata una mera riedizione della medesima diposizione contenuta nella delibera del 2019 – che la minoranza avrebbe votato – si è scoperto contenere poi una parte aggiuntiva da usare come grimaldello per inserire sempre la voce del Governo in ogni dibattito politico elettorale. Un altro emendamento della maggioranza (4.4) sopprime alcuni obblighi di parità di trattamento favorendo, di nuovo, la voce del Governo. Se il diritto a informare e ad essere informati anche sulle attività del Governo è sempre stato garantito in par condicio dalle leggi vigenti, modificare dopo oltre venti anni le delibere per far si che si dia sempre la parola al governo dentro un dibattito politico-elettorale è una distorsione evidente se gnale assai preoccupante. Siamo convinti che Agcom saprà resistere, con l’applicazione delle leggi esistenti, a questi tentativi.
Ci prepariamo ad una battaglia durissima, in tutte le sedi competenti, nella quale entriamo già con un’attitudine editoriale partisan di alcuni tg del servizio pubblico, peraltro in crisi di ascolti. D’altra parte, sotto un profilo di efficacia politica, se da un lato siamo convinti che l’intelligenza degli italiani sia più forte di ogni propaganda, dall’altro non possiamo non osservare piccoli passi in successione che rappresentano segnali preoccupanti da TeleMeloni a OrbaNews”.
Cosi in una nota Antonio Nicita, Vice Presidente dei Senatori PD e membro della Commissione Vigilanza Agcom.


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