I problemi della legge elettorale da collegare con il premierato elettivo sono stati al centro della seduta serale della Commissione Affari costituzionali del Senato, impegnata nell’esame degli emendamenti al ddl Casellati sul premierato. A sollevarli in una serie di interventi Dario Parrini (Pd), a cui il presidente e relatore Alberto Balboni ha dato alcune risposte. Nelle sedute di ieri del mattino e del pomeriggio sia Fi e Lega sia le opposizioni avevano sollecitato il governo a indicare la legge elettorale da accoppiare al premierato elettivo. Nella seduta serale Parrini ha insistito su una serie di problemi che presenta l’elezione “contestuale” – come prevede il ddl Casellati – di premier e Parlamento. Se ci fossero tre schede, cioè una per eleggere il premier ed una ciascuna per i due rami del Parlamento, ha osservato Parrini, potrebbe verificarsi il voto disgiunto, con la conseguenza che un candidato premier potrebbe superare il quorum per vincere le elezioni, ma tale quorum potrebbe non essere superato dalla sua coalizione alla Camera e al Senato. Se invece le schede fossero due e il voto oltre ad essere “contestuale” fosse anche “concatenato” (voto unico per la coalizione e per il relativo candidato premier), potrebbe avvenire che il quorum sia superato in una sola delle due Camere. Balboni ha detto che in tal caso si andrebbe al ballottaggio, dato che la vittoria al primo turno si darebbe solo nel caso che il quorum venga superato in entrambe le Camere dal candidato premier e dalla relativa coalizione. Ma, ha obiettato Parrini, potrebbe anche avvenire – cosa accaduta in passato – che un candidato e la sua coalizione vincano alla Camera mentre un altro candidato si affermi per il Senato. In tal caso, ha domandato il senatore del Pd, che accade? Non si assegna il premio e si fa un riparto proporzionale? Oppure si ripetono le elezioni? Discutere della riforma costituzionale, ha concluso, senza conoscere questi elementi può portare ad approvare una riforma che poi non potrà essere attuata.


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