“Questo decreto ha problemi di costituzionalità. Si parla di autonomia differenziata e non vengono coinvolte le regioni. Si parla di sistema sanitario calabrese e si inseriscono norme di carattere generale. Non vi è cenno all’organizzazione, alla qualità dei servizi. Tutto si riduce a una questione di conti. Si mette un commissario che in un anno dovrebbe risolvere tutto e non si scelgono criteri di merito per la selezione”. Così la senatrice del Pd Caterina Bini, intervenuta oggi in dichiarazione di voto sul Dl Sanità Calabria.
“Solo grazie al Pd – precisa la parlamentare dem – si parla di raggiungimento dei Lea e non solo degli obiettivi previsti dal piano di rientro del disavanzo. Per raggiungere un livello migliore di servizi, occorre immaginare una diversa organizzazione, ma per questo occorrono competenze, scelte politiche mirate, occorre confrontarsi con gli operatori sul territorio. Invece, per il governo del cambiamento è più facile nominare un Commissario, magari un fedele, che rimetta a posto i conti (sempre se ci riuscirà) anche se a scapito dei servizi. Tutto questo è il cambiamento tanto sbandierato?”
“Nessun cenno al problema del personale sanitario che già manca e mancherà, degli specialisti che non ci sono. Perché non mettere risorse per aumentare le borse di studio degli specializzandi? Salvo poi piangere lacrime di coccodrillo per i cervelli in fuga.
“Se questo è il cambiamento c’è da sperare che duri poco e che faccia meno danni possibile perché poi sarà tardi per poter rimediare”, conclude la senatrice Bini.


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