Andrea Marcucci, il segretario Pd apre ad un`alleanza stabile con M5s. Ma non dovevate solo sostenere un governo insieme per evitare l`aumento dell`Iva?
«Noi abbiamo verificato che ci fossero le condizioni per un programma di governo, avendo chiare le priorità per il paese. Ma bisogna pur ricordare che il governo è nato in una situazione di emergenza. Lo stesso approccio deve essere usato con realismo nelle situazioni locali. Certamente, governare insieme il paese può aiutare a creare le condizioni, ma non credo si possa dare un`indicazione unica: si devono rispettare i territori. In Umbria c`è un accordo solido, in altre regioni non sarà possibile».
Ma Zingaretti pensa a un`alleanza nazionale…
«Abbiamo appena iniziato a discutere di legge elettorale. Credo che si debba fare una legge con vocazione maggioritaria, ma questo non esclude che le forze politiche possano misurare i propri consensi. L`importante è una soglia alta che permetta poi di fare governi che durino».
Cioè una legge che non obbligi ad alleanze prima del voto?
«Esatto. Poi ovviamente mi atterrò alle decisioni che prenderemo».
Orfini chiede un congresso per decidere su M5S.
«Orfini secondo me dice cose giuste e ragionevoli, che condivido. Il congresso andrà fatto, direi dopo le regionali di maggio».
Italia viva dice: alle elezioni noi e M5s saremo avversari.
«Al momento dico la stessa cosa anche io. Poi bisogna avere la forza di verificare i risultati del governo insieme. Partiamo da posizioni molto distanti da quelle del M5S. Immaginare una alleanza è molto difficile ora. Ma mai dire mai».
Quindi lei non è contrario?
«Sono contrario ad aprire a prescindere. E` partito un esperimento, oggi bisogna dimostrare capacità di governo. Poi faremo una valutazione insieme con un congresso. Non sono d`accordo a mettere a rischio la tenuta del governo con una discussione che appare oggi molto prematura. Dovessi decidere ora, sarei contrario ad una alleanza organica con M5S».
Zingaretti precipitoso?
«Credo che il segretario si sia mosso troppo in anticipo, con una concessione di credito a Di Maio che non riscontro nella realtà. Poi, come ho detto, per cultura sono sempre pronto a ricredermi».


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