Andrea Marcucci, è soddisfatto se nasce un governo grillo-leghista?
«No, soddisfazione è un`altra cosa. Prendiamo atto che sta per accadere quello che era ovvio accadesse. Dalla tenuta della logica spartitoria avuta alle Camere sui presidenti, sui vice presidenti, sui questori, si capiva che c`era un accordo più profondo che non poteva non sfociare in una intesa di governo. Tra l`altro i due leader, Salvini e Di Maio in più occasioni avevano certificato una sostanziale concordia programmatica. Poi è nato il problema di nascondere Berlusconi e anche di trovare intese su premier, vice, ministro dell`economia».
Ma lei scrisse su Twitter all`indomani del voto “Non vedo l`ora che giuri un governo Di Maio-Salvini”. Ora che sta per diventare realtà il governo dei populisti, se ne pente?
«Era un`affermazione in un contesto: era chiara la conclusione, quindi almeno facessero presto. Invece hanno fatto perdere al paese due mesi di tempo. Sono irresponsabili oltre che poco rispettosi delle istituzioni».
Si riferisce al fatto che hanno risposte picche all`appello del capo dello Stato su un governo istituzionale, nel caso in cui non riuscissero a trovare una maggioranza politica?
«Questo è l`ultimo esempio. Ma non tanto che abbiano risposto di no, bensì l`irritualità della forma in cui l`hanno fatto, senza neppure prendere in
considerazione la proposta del presidente Mattarella, in 8 minuti».
Tuttavia nel Pd c`è chi rimprovera voi renziani di avere voluto il tanto peggio, tanto meglio? Francesco Boccia dice che è da Tso chi esulta all`accordo tra Lega e 5Stelle. Insomma potevate tentare il dialogo con i grillini?
«Il tanto peggio tanto meglio non esiste, in democrazia esistono le elezioni, l`esito e la serietà della politica. Noi avendo perso ed essendo state vinte le elezioni da due forze di grande assonanza programmatica, non potevamo che ritagliarci il ruolo di opposizione. Che non è insignificanza o marginalità, ma controllo e sprone al governo. Faremo opposizione dura però non preconcetta: se la futura maggioranza proponesse leggi affini al nostro programma, saremmo pronti anche a votarle. La distanza del Pd da queste forze è enorme e quindi non potevamo pensare a un progetto di governo Questa chiarezza premierà il Pd».
Se non si va a votare in modo ravvicinato, avete il tempo per fare le primarie o eleggete nell`Assemblea del 19 un segretario?
«Decideremo in assemblea verificando le posizioni nel partito e le proposte. lo penso sia importante mantenere il dna del Pd che è costituito dalle primarie. Non avendo la pressione di una tornata elettorale, mi pare si possa andare in tempi ragionevoli alle primarie».
Più il Pd è diviso, più si parla dell`importanza dell`unità. Ma attorno a quale segretario, Maurizio Martina o Lorenzo Guerini?
«Importante è l`unità attorno a un progetto di paese piuttosto che attorno a chi. Stabiliamo il nostro programma e poi vediamo gli interpreti. A me ora non interessa il chi. Gli attori e il segretario li vediamo dopo».


Ne Parlano