I suoi messaggi per una maggiore prudenza nello stabilizzare l`alleanza tra Pd e M5s li ha già mandati. Ma Andrea Marcucci, il presidente dei senatori dem, vede che Zingaretti accelera sulla sua linea e prova a lanciare un`altra bottiglia nel mare: dopo le ultime evoluzioni un Congresso, spiega, non è più rinviabile. Il timing viene da sé: dopo le Regionali.
Partiamo dalle urgenze: a prescindere dagli scenari nazionali, quanto è auspicabile un`alleanza in extremis tra Pd e M5s nelle Marche e in Puglia?
L`esperienza mi porta ad essere prudente: penso che i programmi e le proposte per il territorio vengano prima. Se Pd e 5stelle nelle Marche ed in Puglia hanno raggiunto buone intese locali, si proceda con le alleanze. In caso contrario, alleanze solo elettorali valgono per quel che valgono.
M5s ha votato per le alleanze con i partiti tradizionali attraverso la piattaforma Rousseau. Nel Pd c`è malcontento perché non ci sono stati luoghi e tempi in cui decidere la nascita di questo nuovo polo di centrosinistra. Lei pensa che tra i dem bisogna aprire un confronto?
Il voto sulla piattaforma Rousseau ha stabilito la fine di un pregiudizio assurdo, e questo credo che sia comunque un fatto positivo. Per quel che concerne un nuovo centrosinistra, direi che serva definirne meglio il profilo, partendo dal presupposto che il Pd deve ritrovare la sua vocazione maggioritaria.
Da dove partire?
Intanto mi aspetto per il Pd una ripresa dei lavori parlamentari con più orgoglio: bisogna definire il piano delle riforme e ricorrere al Mes per la sanità.
Pensa che il partito andrà compatto verso un`alleanza organica con i 5s o c`è chi sentirà il richiamo di un`area più moderata e riformista?
Il segretario Zingaretti prima della pandemia aveva posto il tema di un congresso sulle idee. Penso che quel tempo stia arrivando, il Pd deve ricorrere ai suoi iscritti ed elettori anche sulle alleanze. Abbiamo una comunità che dobbiamo valorizzare e che vuole essere valorizzata, che è abituata al confronto leale e a mettersi in gioco sulle idee. Se procedi su una strada senza la forza di un popolo che ti spinge, rischi di girarti e trovarti solo.
Gli ultimi Congressi non hanno risolto i problemi del Pd e non hanno evitato scissioni…
Noi abbiamo subito due scissioni ed affrontato congressi più sulle caratteristiche della leadership che sui contenuti. Forse è stato questo il problema. Tutto sui nomi e sui profili del capo, così non si è risolto nulla e non si sono ricomposte le fratture. Oggi invece quello che serve è proprio un Congresso per ribadire un`impronta fieramente riformista, che è fondamentale anche per non rimanere schiacciati dalle posizioni di altri.
Se questa è la premessa, si annuncia un dopo-Regionali caldo sia per il Pd sia per il governo. Si avvicina il tempo delle verifiche?
Le elezioni di settembre porteranno a decidere gli elettori sui presidenti delle varie Regioni. Non c`è e non ci deve essere alcun automatismo sul governo di Roma. Quanto alle verifiche, non mi interessano i nomi, ma le cose. Marco Iasevoli ©


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