Onorevole Antonio Misiani, vinta domenica scorsa la battaglia per le regionali in Emilia Romagna, si parla con insistenza di una fase due per il Governo. Quali sono le priorità del Partito democratico e come intendete procedere?
“La vittoria in Emilia-Romagna è stato uno straordinario messaggio di riscossa, ma guai a dormire sugli allori. Dobbiamo cambiare passo, le cose da fare sono tante e molto impegnative. Ne cito alcune, che riguardano più direttamente la politica economica e sociale: la riforma dell`Irpef e quella del sistema pensionistico, l`attuazione del grande programma di investimenti pubblici previsto dalla legge di bilancio, l`assegno universale per le famiglie. Con la legge di bilancio abbiamo scommesso su una prospettiva di sviluppo sostenibile, ora dobbiamo accelerare”.
Per quanto riguarda invece il partito, nelle scorse settimane il segretario Nicola Zingaretti aveva ipotizzato anche di cambiare nome al Partito democratico, creando un nuovo soggetto maggiormente inclusivo. È ancora quella la strada?
“Bisogna guardare alla sostanza, più che alle questioni nominative. Il punto vero è attrezzare il Pd per farlo diventare il punto di riferimento per tutto quello nella società italiana si sta muovendo. Penso ai tanti ragazzi che si sono mobilitati sul tema del cambiamento climatico e che sono scesi in piazza contro i populisti, ma anche a quella larga parte del paese che non si riconosce nella proposta sovranista e chiede di fare sentire la propria voce”.
Come pensate di coinvolgere maggiormente il campo del centrosinistra per contrastare le destre?
“Credo che un passaggio congressuale che parli al Paese e ai tanti cittadini che si sono mobilitati in questi mesi sia necessario. Ci aspettano appuntamenti elettorali molto impegnativi in primavera, dobbiamo farci trovare pronti. Per affrontarli al meglio serve un Pd rinnovato alla guida di un campo largo progressista e ambientalista”.
E il rapporto con il Movimento 5 Stelle?
“Il loro dibattito interno è importante e va rispettato. Il ritorno di un bipolarismo che sembrava tramontato solo due anni fa rappresenta una sfida molto impegnativa, perché li mette di fronte ad una scelta di campo. Il tempo della trasversalità sta finendo ed è un bene per tutti”.


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