“Il Partito Democratico si divide e a deciderlo sembrano essere solo leader uomini, mentre in molti lamentano il silenzio delle donne del Pd. Ma dall’interno del partito la nostra voce si è levata per parlare di unità, della necessità di smorzare i toni e di recuperare le ragioni profonde della nostra comunità. In questo scontro tra maschi alfa, come qualcuno lo ha definito, sono passate in secondo piano le questioni aperte e profonde che ci hanno condotto a vivere questo momento drammatico. È possibile nei prossimi giorni rompere il ‘silenzio delle donne’, prendendoci la parola durante il congresso ed oltre. Cominciamo la prossima settimana, convocando il gruppo di parlamentari che ha proposto nei giorni scorsi l’appello per scrivere un documento. Poi da ‘cosa nasce cosa’”. Lo scrive in un intervento sull’unita.tv la senatrice Annamaria Parente, capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro e promotrice della petizione delle donne su change.org.
“La nostra casa comune – scrive Parente – ha bisogno di riaprire le porte e le finestre, il vissuto della nostra vita associativa deve recuperare il respiro ampio dello spirito costituente del Partito democratico delle origini. Ripartiamo dalla responsabilità delle donne. Vorrei oggi che noi donne del Pd proponessimo un nuovo modello di democrazia partecipata, accogliente, non di pochi, ma di molti e molte. Che ci occupassimo delle conseguenze della globalizzazione: non basta più l’uguaglianza come valore fondante del centrosinistra, oggi la battaglia è per percorsi trasparenti di pari opportunità di accesso. Vorrei che potessimo fondare un nuovo modello di sostenibilità sociale. Essere protagoniste nell’attuale fase storica significa questo e la costruzione di una leadership al femminile, come il dibattito pubblico evoca in questi giorni – conclude Parente – può solo partire da un lavoro politico comune”.


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