“Siamo al settimo intervento del gruppo Pd, e terzo mio, per chiedere a Salvini e Bonafede di rispondere in aula alle nostre interrogazioni sullo scandalo legato ai 49 milioni di euro illecitamente incamerati dalla Lega.
Stanno susseguendosi fatti che rendono la vicenda sempre più buia, e sempre meno credibile la tesi dell’estraneità di Salvini agli allarmanti fatti in questione: la recentissima intervista di Belsito piena di dichiarazioni assai gravi e fin qui da nessuno smentite; l’articolo dell’Espresso sulla destinazione del 2 per mille a un soggetto giuridico diverso dalla Lega Nord, quando è proprio sulla Lega Nord che grava l’obbligo, al momento quasi totalmente inevaso, di risarcire lo Stato; la decisione odierna del Tribunale del Riesame che ha riaffermato il principio della continuità tra struttura centrale e strutture periferiche del partito del ministro degli Interni; la conferma della confisca dei 49 milioni chiesta sempre oggi dal sostituito procuratore generale di Genova Enrico Zucca.
Come può Salvini, di fronte a tutto ciò, continuare a sottrarsi al dovere di dare spiegazioni al Parlamento? Forse cerca di prendere più tempo, sperando, che l’incendio si spenga da solo. Ma tutto lascia pensare che avverrà l’esatto contrario.
Per questo diciamo al ministro degli Interni e capo della Lega che menare il can per l’aia non è solo una scorrettezza nei confronti del Parlamento. È anche un autogol”. Così il senatore del Pd Dario Parrini, capogruppo in commissione Affari costituzionali, è intervenuto nell’aula di Palazzo Madama sulla vicenda dei fondi della Lega.