“Mio nonno viveva all’ombra dei suoi giornali, viveva dietro alle copertine dei libri: con queste parole Giorgia Canetti ieri pomeriggio, presso il cimitero di Oneglia, ha ricordato il nonno Nedo, scomparso lunedì all’età di novant’anni.
Noi qui ricordiamo l’uomo politico, il senatore Nedo Canetti. Aveva compiuto da poco novant’anni. La sua biografia è quella di una certa Italia, che prende vita dopo la guerra: la fondazione della Repubblica, la ricostruzione, la rinascita dei partiti e dei sindacati, le lotte operaie e contadine, la voglia di conoscere. E questo ritorna anche nelle parole che ha pronunciato la nipote ricordando il nonno.
Maestro di scuola elementare, lascia le aule e anche lo status sociale che allora quella professione garantiva per dedicarsi alla politica e alle sue istituzioni. Anche oggi è importantissimo il ruolo di maestro, ma spesso non è considerato come era allora. Entra nel PCI di Togliatti e del suo conterraneo Natta – sono entrambi di Imperia – e fu consigliere comunale e provinciale dal 1951 al 1972. Nel 1972 viene eletto per la prima volta senatore della Repubblica e sarà rieletto per altri due mandati dal 1977 al 1983. È stato anche responsabile nazionale dello sport per il Partito Comunista Italiano.
Scriveva su «l’Unità», tenendo una rubrica sportiva, ma occupandosi anche di cronache parlamentari. Scrisse migliaia di articoli e l’Unità per lui fu non soltanto il giornale su cui scriveva, ma potremmo dire un compagno di vita.
Senatore per dodici anni, ma qui a Palazzo Madama Nedo Canetti visse per trentasette anni. E per trentasette anni, tutte le settimane, in treno da Imperia a Roma, da Roma a Imperia. Finito il suo mandato di senatore, rimase qui a lavorare al Gruppo, nelle evoluzioni che ci sono state dal PCI, PDS, DS, fino al Partito democratico, fino al 2009. Il suo lavoro era nell’ufficio stampa e lavorava con grande passione e attenzione a tutti e grande umiltà, l’umiltà della conoscenza e della profondità. Non recise mai suoi legami con i compagni di partito di Imperia. Anzi, svolse sempre con passione e consapevolezza un ruolo da dirigente saggio, fermo, saldo, sereno e combattivo, sempre disponibile all’ascolto, al dialogo e al confronto.
Con lui scompare una figura importante della sinistra, che tanto ha dato alla politica della sua città e che ha lavorato con competenza, serietà e profondità, qui nel ruolo di senatore in Commissione istruzione, poi in Commissione lavoro e in Commissione di vigilanza RAI.
Una vita dedicata all’impegno pubblico; una vita densa di passione, coerenza e lealtà.
Le sue analisi sono state sempre lucide, pacate, puntuali, trasmesse con la sua tranquilla saggezza.
Lascia la moglie Carla e i figli Silvio e Valeria. Mancherà molto a loro. Mancherà alla sua città. Mancherà a tutti noi che lo abbiamo conosciuto. È giusto rendergli omaggio qui in Senato, dove lui tanto ha dato e tanto ha vissuto”.
Così la senatrice Roberta Pinotti ha ricordato in Aula a Palazzo Madama il senatore Nedo Canetti, scomparso lunedì.


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