«Le parole del sindaco di Nardò sono inqualificabili, non si può accettare di avere accanto simili compagni di strada. Emiliano decida: o Mellone o noi». Un aut aut senza mezzi termini quello del senatore del Pd Dario Stefàno che dopo il “caso Foibe” ora punta i riflettori sulle regionali di primavera. E a finire sotto “interrogatorio” ora il governatore uscente e ricandidato del centrosinistra Michele Emiliano.
Senatore Stefàno, nelle scorse ore la Segreteria regionale del Pd pur stigmatizzando le esternazioni di Mellone ha blindato il governatore Michele Emiliano dagli attacchi di chi lo contestava per via della sua “alleanza” con il sindaco di Nardò. Una “difesa d`ufficio” condivisibile?
«Era prevedibile che la Segreteria regionale del mio partito prendesse le difese di Michele Emiliano, ma non che lo facesse senza chiarire le ambiguità di certi comportamenti che ci mettono in conflitto permanente con il nostro mondo. È da tempo che solleviamo perplessità e disapprovazione rispetto, appunto, al coinvolgimento, all`allargamento da parte di Emiliano a pezzi di classe dirigente di destra, persone che non hanno mai avuto nulla da poter condividere con la nostra storia, con i valori del centrosinistra. Allargare l`orizzonte da tutt`altra parte è un`operazione a saldo negativo: la presenza forzata di alcune persone di estrema destra rischia di escludere tante donne e uomini che, sinora, non hanno mai fatto mancare il proprio sostegno alla coalizione, anche nei momenti più difficili».
Proprio in occasione delle Primarie di gennaio Mellone non aveva fatto mistero di aver sollecitato il suo elettorato “di centrosinistra” a mezzo sms a sostenere il candidato Emiliano. E a Nardò il governatore aveva incassato più di mille voti. Alla luce dei fatti, ritiene ne sia valsa la pena?
«Alle ultime primarie hanno votato circa la metà di elettori rispetto alle precedenti, e questo basterebbe a dare risposta alla sua sollecitazione. Aggiungo, però, che questo è accaduto forse perché in quasi ogni comune della Puglia c`è un Pippi Mellone. Allora il tema è decidere se averli accanto o combatterli politicamente, non si può più fare finta di niente. Le parole del sindaco di Nardò sono inqualificabili, non si può accettare di avere accanto simili compagni di strada. Emiliano deve finalmente decidere: o loro o noi. O i loro voti o i valori del nostro popolo, del nostro centrosinistra, e la sua storia».
Ritiene che “l`alleanza” con un sindaco che non ha mai rinnegato le sue origini politiche di destra possa essere dannosa al centrosinistra ma anche allo stesso Emiliano? Piuttosto che guadagnare consensi, il governatore rischia di perdere pezzi significativi del centrosinistra?
«Guardi, ogni volta che abbiamo posto il problema del perimetro della coalizione, non l`abbiamo fatto per capriccio, per esercizio del contraddittorio, ma proprio perché ciò che tiene insieme una classe dirigente sono – e devono essere – i valori, le sensibilità, gli obiettivi, i contenuti e il metodo con cui si declina una proposta politica per i cittadini».
Ritiene fondati i timori di quanti, a tutti i livelli della società civile e della politica, denunciano una recrudescenza di ideologie razziste e xenofobe nel Salento come nel resto del Paese?
«Intanto mi preme dire che l`Anpi di Lecce ha tutto il mio sostegno e la mia solidarietà. Purtroppo nel nostro Paese, ed è sotto gli occhi di tutti, si stanno diffondendo razzismo, xenofobia, discriminazioni di ogni tipo, intolleranza politica. Davanti a questa deriva pericolosa dobbiamo tenere la barra dritta. Ci basta fare riferimento alla Costituzione: le organizzazioni fasciste nel nostro Paese sono vietate. E questo esprime un valore per me irrinunciabile».


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