Consigliera comunale più volte fino a pochi mesi fa, assessora con Rosa Russo Iervolino, candidata a sindaco e oggi senatrice del Pd. Valeria Valente ha una lunga esperienza politica napoletana e anche da Roma segue le vicende della sua città.
Allora senatrice: il sindaco Luigi de Magistris si è salvato, le 21 firme per le dimissioni e lo scioglimento del Consiglio comunale non sono arrivate. A oggi sono sette incluse quelle del Pd. Che idea si è fatta di questa vicenda?
«Per il bene dei napoletani prima si chiude l`esperienza di governo de Magistris meglio è. Non mi sfugge il momento difficile del Paese e della mia città conseguente alla crisi epidemiologica. Ma purtroppo devo dire che anche in questa fase così difficile l`amministrazione de Magistris ha dato pessima prova di sé».
Non è facile per nessun amministratore in questo periodo, non trova?
«Certo, devo dire che però de Magistris ha prodotto atti amministrativi che rischiano di ingenerare solo false speranze. Senza affrontare concretamente per quanto gli compete nessun problema di questa fase. Delibere sulle quali il segretario comunale non ha potuto esprimere pareri perché “si tratta di meri atti di indirizzo” e io aggiungo politico. Penso all`azzeramento del debito o alla cancellazione delle tasse. Atti che non competono a un sindaco, demagogici, populisti fatti alla ricerca di consenso sulla pelle della città».
11 Pd si è ritrovato da solo a firmare le dimissioni con il centrodestra e la Lega, le altre forze di sinistra e centrosinistra e anche il M5S si sono tenute alla larga.
«Il Pd ha dimostrato coerenza con l`obiettivo di mandare a casa de Magistris ed è stato sempre all`opposizione anche se devo dire qualche volta con eccessiva timidezza».
Lungo questo cammino il Pd ha perso due consiglieri comunali…
«Per noi è una sconfitta se siamo passati da 5 a 3. Sconfitta che va però ascritta a logiche che forse oggi non c`entrano con la timidezza di cui dicevo prima, che qualcuno invece ha portato come ragioni del suo abbandono».
I due consiglieri che hanno lasciato il Pd, Venanzoni e Quaglietta, sono passati in un gruppo molto vicino al governatore De Luca.
«Lasciamo stare il governatore, inutile tirarlo in ballo. Io invece faccio fatica a capire la coerenza dei singoli consiglieri che ci hanno lasciato. Proprio oggi che il Pd dice parole chiare mentre altri mi pare tentennino».».
11 dato politico è che il Pd non riesce a qualificarsi come partito guida delle forze di centrosinistra.
«Credo che c`entri molto la caratteristica del quadro politico napoletano seriamente compromesso. Italia Viva, per esempio, che si riconosce in Matteo Renzi – un leader riformista – non ha nulla a che vedere con de Magistris, mi pare non abbia firmato. Mi sembra dunque ingeneroso mettere sulle spalle del Pd questo peso, anche perché oggi le cose stanno andando diversamente».
Si spieghi meglio.
«Sono stata tra le più timide a sostenere Marco Sarracino nella sua corsa a segretario metropolitano, però devo dire che da tempo non si vedeva tanto impegno nel partito. Lui è giovane e si dedica a tempo pieno al Pd».
Sarracino è solo da 6 mesi segretario, mentre il Pd è marginale a Napoli da 10 anni. Come si fa risalire la china?
«Aprire il partito all`esterno, spendere energie in questa direzione e non solo all`interno. Mettersi in sintonia con la città. Noi non dobbiamo parlare alla nomenclatura, ma al popolo. Ci sono tantissimi delusi da de Magistris, sono quelli che si sono rivolti a lui anche per errori nostri».
Come si fa?
«Mettendo in campo un`idea di città che non sia basata sulla deregulation, su tavolino selvaggio e movida. Napoli ha una vocazione turistica ma non può essere declinata solo in questo modo. La crisi è anche una opportunità perché arriveranno molte risorse pubbliche da sfruttare bene. Napoli è una città che può essere compatibile anche con un certo tipo di industria. Basta vedere l`impegno della Apple a Napoli est».
Entro 11 mesi in ogni caso si voterà anche a Napoli, il Pd è pronto? Ce l`ha un candidato?
«L`attraversamento del deserto non è finito ancora: dobbiamo uscire fuori dalle dinamiche politichesi mettendo in campo idee e recuperando credibilità. La nuova classe dirigente deve fare un patto con i napoletani. Bisogna trovarlo presto un candidato, sono certa che tra noi ce ne sono molti e lo troveremo».


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