“Una sentenza di speranza che rincuora e rassicura rispetto alla correttezza e alla efficacia del nostro impianto normativo. Il reato di stupro è un fatto gravissimo e valutazioni relative all’aspetto fisico di una donna vittima di violenza non possono mai essere un elemento per valutare la colpevolezza di chi ha commesso il reato”.
Cosi la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione d’inchiesta sul Femminicidio, a proposito della sentenza che, dopo il rinvio della Cassazione, ribalta la decisione della Corte di appello di Ancona, che assolveva due giovani sudamericani accusati di aver violentato una ragazza peruviana a Senigallia nel 2013. I due imputati erano stati condannati in primo grado a 5 e 3 anni di carcere, mentre in secondo grado, erano stati scagionati con un verdetto che faceva riferimento alla mascolinità  della vittima per minare la sua credibilità.
“Siamo soddisfatti della pronuncia che dà finalmente una corretta e piena attuazione del nostro impianto normativo. Una sentenza che restituisce, dunque, fiducia e speranza nella complessiva tenuta di un sistema avanzato di diritti e norme di cui ormai l’Italia dispone, che però, come dimostra anche quest’ultima assurda vicenda, vanno sempre ben interpretati e applicati”, conclude Valente.


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