“Voglio esprimere, oltre al cordoglio per le vittime, a nome del gruppo del Pd anche il ringraziamento sincero a chi lavorando ci consente di andare avanti: i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari tutti, ma anche tutti i lavoratori che sono all’opera ogni giorno per garantirci i beni necessari per vivere.
Credo che sia stata corretta la gradualità. Credo sia stato corretto affidarsi agli scienziati, a chi studia questi fenomeni. Poi le decisioni, ovvio, spettano alla politica, ma la politica deve assumerle con cognizione di causa.
Le misure stanno dando i primi frutti, ma non dobbiamo pensare di poter abbassare la guardia. Serve ancora attenzione e prudenza. Serve continuare a fare tamponi, più possibile. Facciamoli a tutti gli operatori sanitari. È una cosa importante. Grazie ai cittadini italiani, che in larghissima parte si sono comportati con disciplina.
Grazie al presidente Mattarella, grazie a Papa Francesco. Quando finirà, dovremo ricordare tre cose: investire di più e meglio sulla sanità pubblica perché su tutto si può tagliare ma non sulla salute.
Poi dobbiamo ripensare il titolo quinto. Anche in questo contesto, anche se già lo sapevamo, ci siamo accorti di come l’eccessiva differenziazione delle regioni di trattamenti, servizi e organizzazione dal punto di vista sanitario sia, in fasi come queste, un problema aggiuntivo.
Per questo dobbiamo aumentare le borse di specializzazione per i nostri laureati in medicina. In piccola parte lo abbiamo fatto con l’ultima legge di bilancio, ma non basta. Dobbiamo garantire ai giovani medici che si laureano la possibilità di specializzarsi nel nostro paese, visto che i medici mancano, soprattutto in alcune specialità, anche in tempi ordinari, per non parlare di momenti come questi.
Nel decreto Cura Italia ci sono molti investimenti importanti per la parte sanitaria e alcune cose abbiamo provato anche a migliorarle con i nostri emendamenti”. Così la senatrice Caterina Bini, a nome del Pd, è intervenuta in aula a Palazzo Madama nel dibattito sull’informativa del ministro Roberto Speranza.


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