“Trovo inaudito che si sia dato seguito alla vendita alle due fregate all’Egitto. Gli interessi economici non possono prevalere sul rispetto dei diritti umani, anche se solo di una singola persona. Non a caso l’art. 1, comma 6, lett. d) della legge n. 185/1990 vieta l’esportazione di armamenti verso Paesi i cui governi siano responsabili di gravi violazioni dei diritti umani”. Lo ha detto la sen. Monica Cirinnà, responsabile Diritti del Pd, intervenendo in commissione Diritti umani del Senato nel corso dell’audizione di Amnesty International sul caso dell’ingiusta detenzione di Patrick Zaki, ancora in corso.
“Per questo – ha proseguito – ho proposto di convocare in Commissione i ministri dello Sviluppo economico e degli Esteri per chiedere come il governo intenda separare le relazioni diplomatiche rispetto alle relazioni economiche e commerciali. E’ assurdo continuare ad avere delle relazioni commerciali, seppur vantaggiose per in nostro Paese, con uno Stato che mantiene aperte con l’Italia non solo la questione della detenzione di Zaki, ma anche la dolorosa ricerca della verità sulla morte di Giulio Regeni sulla quale continua ad aleggiare la nebbia più totale. A ciò si aggiunge peraltro la questione dei diritti umani violati con la detenzione di due avvocate nelle carceri egiziane”.
“Mi auguro – ha concluso Cirinnà – che si possa così arrivare a un atto di indirizzo da presentare in Aula che chieda non una moratoria delle relazioni diplomatiche, ma subordini – anche di concerto con gli altri Stati membri e con le istituzioni dell’UE – la prosecuzione delle relazioni commerciali a precise garanzie in merito al rispetto dei diritti umani da parte dell’Egitto, chiedendo, per esempio, fino a subordinare alcuni importanti scambi commerciali a risposte serie e concrete, ad inziare dalla libertà per Zaki e dalla verità per Giulio Regeni”.


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