Questa notte l’Europa ha dato un bel segnale di vita che tutti aspettavamo. Il consiglio direttivo della BCE ha detto chiaramente che non ci sarà alcun limite per salvare l’euro e ha immesso sul mercato 750 miliardi di liquidità per la gestione della crisi economica seguita alla pandemia da coronavirus. Uno primo scudo europeo per fare fronte alla terrificante instabilità che stiamo attraversando.

Dopo le imperdonabili e improvvide dichiarazioni della scorsa settimana pronunciate dalla sua Presidente, Christine Lagarde, la BCE ha compreso che “tempi straordinari, richiedono misure straordinarie”. Sia chiaro che, senza Europa, l’Italia sarebbe stata drammaticamente ancora più in balia di questa crisi ma questa non può essere una giustificazione per un’Europa che si è svegliata troppo tardi e che nei primi giorni della crisi ha mostrato gravi incertezze.

La BCE potrà ancora fare tanto, superando i limiti che non sono stati ancora toccati e abbassando ulteriormente i tassi di interesse. Ma non potrà bastare. Insieme alla banca centrale anche la politica europea deve agire un importante cambio di passo, avviando una discussione su un indispensabile cambiamento delle regole, a partire da quelle che presiedono al MES, il fondo salva stati che deve diventare un fondo salva Europa privo di alcuna condizionalità.

Oggi, non si discute più di troika o di commissariamenti ma di come salvare il nostro continente dalla peggiore crisi dal dopoguerra ad oggi. I 750 miliardi sono una boccata di ossigeno fondamentale ma non bastano. Serve una risposta fiscale per aiutare l’economia reale, proteggendo i cittadini e le imprese che non emettono bond. E qui davvero non ci devono essere limiti o ricerche di consenso.

Capisco che si debbano mettere d’accordo 19 governi che rispondono a 19 elettorati, ma oggi ci troviamo in guerra e questo impone un complessivo e radicale ripensamento di tutte le regole. Perché o ci salveremo tutti insieme o verremo giù tutti insieme. Non ci saranno altre strade. Dobbiamo essere uniti, solidali, determinati e capire che senza misure straordinarie non ne usciremo.

Questa crisi può essere l’occasione che l’Europa ha per dimostrare di esistere e di essere la soluzione e non il problema. Mi auguro con tutto il cuore che non prevalgano gli egoismi o il conformismo perché altrimenti sarà la fine dell’Europa, ma soprattutto, un dramma sanitario, sociale ed economico che stravolgerà per sempre le nostre socie


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