“Non c’è bisogno della mascherina, se volete continuare a fare terrorismo, avete dei problemi. Oggi leggevo che i pm di Roma hanno aperto un fascicolo a carico di Conte e mezzo governo per l’epidemia… questi hanno sulla coscienza i morti in Lombardia e gli affamati nel resto d’Italia”.
Che vergogna, senatore Salvini.
Che vergogna sentir parlare lei, proprio lei, di coscienza. Lei che non ha mai ammesso i drammatici errori fatti dalla regione Lombardia, dove la mortalità per Covid è stata tre volte più alta che in Lazio e in Veneto.
Che vergogna vederla ora utilizzare persino i morti pur di raccattare qualche decimale nei sondaggi o per nascondere lo scandalo dei 600 euro che ha coinvolto i suoi parlamentari: loro, sicuramente, la fame non l’hanno fatta.
Loro, pur definendolo una “elemosina”,  l’aiuto alle partite Iva non l’hanno evidentemente disprezzato.
Mentre noi lavoravamo, lei visitava le sagre.
Mentre noi ci confrontavamo quotidianamente con medici, esperti e tecnici, lei si faceva i selfie con il panino.
Mentre noi prendevamo decisioni durissime, leggendo le carte e studiando i dossier, lei era in diretta su Instagram che mostrava la sua cena.
Cosa ne sa lei della fame, senatore Salvini?
Lei, che danni e anni percepisce stipendi a quattro zeri pur non presentandosi mai sul suo luogo di lavoro. Stipendi pagati anche dagli italiani “affamati” che lei dice di voler rappresentare.
L’Italia e il mondo hanno affrontato una situazione senza precedenti nella storia contemporanea.
L’Italia, che a marzo e aprile contava migliaia e migliaia di contagi giornalieri e centinaia e centinaia di vittime, oggi è l’unica in Europa a non conoscere quotidianamente migliaia di nuovi positivi: in Francia, nelle ultime 24 ore, ci sono state 2.524 infezioni; in Germania 1.445; in Spagna 1.690; in Gran Bretagna 1.148; in Belgio, che ha una popolazione di appena 1,2 milioni di abitanti, ce ne sono state più di 600.
L’Italia, con 481 nuovi casi, riesce ancora a reggere, pur registrando un incremento da non sottovalutare.
E sa perché? Perché mentre lei, senatore, passa le sue giornate a organizzare assembramenti e a dare il cattivo esempio, la quasi totalità dei cittadini, invece, è responsabile e non dimentica. Non dimentica i sacrifici fatti, il dolore per i parenti e gli amici persi, i mesi di solitudine, il coraggio e i volti scavati dalla fatica di medici e operatori sanitari. Non dimentica chi lavorava e chi giocava al balletto aprire tutto-chiudere tutto.
35.225 nostri connazionali hanno perso la vita.
È la vita, senatore Salvini, non è un gioco”. Così il senatore Franco Mirabelli, vice presidente dei senatori del Pd replica ad alcune affermazioni di Matteo Salvini.


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