I “no” di Ursula von der Leyen allo scorporo degli investimenti verdi dal calcolo del deficit è stato una doccia fredda per quei Paesi che, come l`Italia, invocano da tempo la golden rute. Ma, nonostante le parole della presidente della Commissione Ue intervistata ieri sul Sole 24 Ore, il viceministro dell`Economia, Antonio Misiani (Pd), non demorde: «Noi confidiamo di poter convincere i Paesi dell`Ue dell`importanza di cambiare le regole di bilancio. Il tema dellagoldennde si pone in generale, perché le attuali regole hanno dimostrato di sfavorire gli investimenti pubblici che sono invece essenziali per rilanciare lo sviluppo in tutta Europa». A maggior ragione, per Misiani, «è necessario favorire gli investimenti green se vogliamo che l`Europa raggiunga rapidamente gli obiettivi ambiziosi che la stessa presidente ha posto nel suo programma per il prossimo mandato della Commissione».
Sperate dunque che ci siano ancora margini di confronto?
Abbiamo apprezzato molto l`impostazione nettamente ambientalista del programma della presidente. Il green new deal europeo con i piani di investimento da i.000 miliardi ha le potenzialità per porre l`Europa all`avanguardia a livello globale nello sforzo di ridurre drasticamente le emissioni e contrastare il cambiamento climatico. Gli strumenti con cui promuovere un grande sforzo di investimento pubblico e privato sfavore dell`ambiente sono molteplici: la golden rule verde è uno, ma non è l`unico. Altri si possono e si devono mettere in campo.
Senza lo scorporo, il green new deal italiano rischia l`impasse?
Assolutamente no. I 59 miliardi del piano di investimenti pubblici che abbiamo stanziato tra il 2020 e il 2035 sono dentro le regole europee e sono finanziati con risorse nazionali aggiuntive. Lagolden rule europea su cui registriamo la battuta d`arresto della presidente sarebbe un`innovazione molto utile, ma non è certo l`unico strumento per favorire gli investimenti verdi. Le regole di flessibilità del Patto di stabilità consentono ad esempio di fare altrettanto. Come in parte già accade: noi abbiamo avuto flessibilità sul dissesto idrogeologico. Nella manovra, inoltre, alla vocegreen new deal abbiamo previsto un insieme di strumenti di garanzia per favorire gli investimenti privati per lo sviluppo sostenibile. E abbiamo introdotto il credito d`imposta per gli investimenti ecosostenibili delle imprese, che orienta in senso green il pacchetto Impresa 4.0.
Il commissario Ue Paolo Gentiloni ha auspicato anche una maggiore emissione di green bond da parte della Bei e lo stesso ministro dell`Economia Roberto Gualtieri ha annunciato un green bond del Tesoro. Arriverà? Lo prevede la legge di bilancio, la più ambientalista di sempre, e lo attueremo il prima possibile. È chiara la volontà del Governo italiano di essere in prima fila nello sforzo europeo per ridurre le emissioni e orientare il nostro modello di sviluppo verso gli obiettivi di Agenda 2030.
C`è attesa per il vertice di maggioranza sul Mes. La richiesta di rinvio da parte del M5S ha qualche chance di essere accolta?
Il pacchetto che comprende la riforma del Mes, il completamento dell`unione bancaria e la creazione di un embrione di bilancio dell`EurozOna è un tema di grande importanza, che va discusso con i partner di maggioranza. Il quadro è articolato. La revi- sione del Mes, negoziata in gran parte dal Governo precedente, rappresenta un punto di equilibrio nettamente migliore rispetto alle bozze iniziali e complessivamente positivo per l`Italia, aldilà delle fake news diffuse dalla propaganda sovranista. Siamo invece nettamente contrari alla proposta di modifica del trattamento prudenziale dei titoli sovrani. Ciò detto, dobbiamo tutti essere consapevoli che l`Italia in questi mesi ha ricostruito un patrimonio di credibilità a livello europeo e nel rapporto con i mercati finanziari che dobbiamo far valere con intelligenza, evitando di lanciare messaggi contraddittori che indebolirebbero la nostra capacità negoziale.
Ma la promessa di Conte sulla «logica di pacchetto» sarebbe mantenuta se il Consiglio europeo i113 dicembre desse il via libera alla revisione del Fondo Salva-Stati senza altre garanzie?
Lo discuteranno il presidente Conte, il ministro Gualtieri e gli altri ministri. Ma oggi il punto vero su cui l`Italia dovrebbe far sentire con forza la propria voce è proprio l`unione bancaria, più che il Mes. Il nostro capitale politico andrebbe speso lì.


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