Fa un po’ strano ascoltare il giubilo del Presidente Conte per la grande vittoria a suo dire ottenuta dal Governo Italiano nella partita delle posizioni apicali europee.
Uscenti e italiani erano il Presidente della BCE, l’alto rappresentante per la politica estera e il presidente del Parlamento Europeo.
Ci ritroviamo un commissario il cui portafoglio non si conosce, forse un membro del board della BCE e il presidente del parlamento europeo nella figura di David Sassoli che non ha ricevuto alcun sostegno dalle forze che esprimono il Governo Italiano, anzi, ne ha subito un sostanziale ostracismo.
Conte si bea di aver impedito con i Paesi del gruppo di Visegrad e Cipro (alleanza dico ironicamente, molto coerente con la storia europeista dell’Italia) che la proposta di Timmermans alla guida della Commissione europea andasse in porto.
In questo è coerente con l’intento della sua maggioranza di non disturbare i manovratori di alcuni Paesi dell’Est, manifestamente su una deriva illiberale e pesantemente denunciati in modo meritorio e coraggioso dal Commissario Timmermans.
Ma il sommo dell’ironia la descrive plasticamente Arditti:
“Evitiamo giri di parole inconcludenti e bizantini: Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea e Christine Lagarde al posto di Mario Draghi alla Bce rappresentano una vittoria poderosa e assoluta del più solido e consolidato establishment continentale, quello ancorato politicamente all’area moderata e d’ispirazione popolare. Legato a doppio filo ai circuiti finanziari che contano e poggiato geograficamente sull’asse storico che governa l’Europa: quello che va da Parigi a Berlino”.
È questo sarebbe il grande successo del governo italiano!? Quanto alla procedura di infrazione, certo è un bene che non sia stata aperta ma che ne sarà della manovra finanziaria di autunno con i paletti posti in anticipo dalla Commissione Europea?
Sterilizzazione della IVA, una spruzzatina di tassa piatta (come e per chi e con quali risorse sarà difficile prevederlo) e nulla più…altro che stimolo alla ripresa.
Ciò che servirebbe è archiviare i provvedimenti assistenziali e programmare, di intesa con l’UE, un grande piano di investimenti per l’Italia che riguardi infrastrutture materiali e immateriali, energetiche e telematiche, capace davvero di far crescere la ricchezza e la sua equa distribuzione.
Ma questa musica non entra nell’orecchio dei nostri governanti attuali. Mi consolo con Sassoli, un uomo che ha investito sull’Europa, che ha saputo mettere la sua brillante intelligenza giornalistica al servizio della competenza europea e che ha meritato sul campo l’elezione a Presidente.
Auguri caro David e porta in alto il ruolo del Parlamento Europeo anche con azioni imprevedibili e coraggiose.


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