“Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista sono esattamente come appaiono: due piccoli arroganti violenti maschietti che oggi, potentemente ingigantiti dal ruolo e dal gioco mediatico, possono distribuire a destra e a manca offese di qualsiasi tipo esibendo – ma non avevamo il minimo dubbio che prima o poi questo sarebbe accaduto – il becero armamentario che il peggior maschilismo mette a disposizione. D’altra parte li abbiamo visti all’opera per cinque anni nelle aule parlamentari, nelle piazze, in rete e poi negli uffici ministeriali e il copione è sempre lo stesso. Sessismo, maschilismo, violenza verbale e bullismo istituzionale miscelati a dovere e ostentati quasi fossero una medaglia al valore.
Non a caso – e questo è il copione di sempre – dopo aver definito i giornalisti puttane, offendendo gli uni e le altre, hanno notificato ancora una volta di voler mettere mano alla legge sull’editoria o, meglio, contro l’editoria.
Ciò che lascia più sconvolti è la reazione delle colleghe del Movimento 5Stelle che non avvertono minimamente l’esigenza di dissociarsi o prendere le distanze.
Qui non si tratta di difendere solo la libertà di stampa. Si tratta di ricordare a Di Maio e a Di Battista che se proprio vogliono offendere qualcuno evitino di paragonarlo a donne che quasi sempre per violenza e costrizione della peggiore specie si trovano a vendere il proprio corpo, sfruttate da organizzazioni criminali e vittime di tratta. Offenderle in questo modo significa usarle peggio dei loro clienti e di chi le sfrutta”.


Ne Parlano