Presidente della commissione politiche dell`Unione europea, il senatore del Pd Vannino Chiti ha presentato quattro emendamenti sulla legge elettorale che, da domani, comincerà ad essere discussa nell`aula di palazzo Madama. Oggi alle tredici, il termine ultimo per presentare emendamenti.
Senatore Chiti, quali modifiche propongono i suoi emendamenti?
«Insieme con i colleghi di partito Walter Tocci, Massimo Mucchetti e Claudio Micheloni, abbiamo depositato degli emendamenti su questioni che riteniamo importanti. Prima fra tutte, l`aumento dei collegi uninominali per arrivare al 50 per cento di uninominali e 50 per cento di votazioni con il proporzionale».
È vero che ritiene necessario introdurre due schede diverse di voto per gli elettori nei collegi uninominali?
«Sì, perché le due schede garantiscono un elemento che è per me fondamentale: la possibilità che un elettore possa votare il candidato al collegio uninominale e poi, in modo autonomo, scegliere la lista».
Per quale motivo pensa sia preferibile questo meccanismo?
«Non sono un costituzionalista, sono un laureato in filosofia, ma nel testo attuale della legge credo esistano degli aspetti di dubbia costituzionalità. Riguarda, in assenza della possibilità di votare in maniera disgiunta il candidato uninominale e la lista, la redistribuzione dei consensi sui partiti che sostengono il candidato. Un meccanismo che forzerebbe la volontà effettiva dell`elettore, che deve invece avere il modo di poterla esprimere».
È vero che, un altro dei suoi emendamenti la trova in sintonia con l`ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano?
«Sì, immagino si riferisca alla cancellazione della possibilità che l`elettore indichi il capo della forza politica, o della coalizione, che ritiene debba fare il premier. E’un`ambiguità, una forzatura. Non esiste più in alcuna parte del mondoun sistema in cui gli elettori indicano direttamente il presidente del Consiglio. È stato eliminato anche in Israele. Del resto, neanche la nostra Costituzione lo prevede».
Ritiene corretto il meccanismo delle candidature nel voto all`estero?
«Anche in questo caso abbiamo presentato un emendamento. Chiediamo la cancellazione della possibilità che un residente in Italia possa candidarsi in un collegio all`estero».
Sono molti gli emendamenti depositati al Senato?
«Non ho notizie definitive lo sapremo in queste ore. Ma credo che gli emendamenti, alla fine non saranno molti. E questo ritengo sia un motivo in più per evitare che il governo chieda la fiducia».
Un punto su cui continua ad essere contrario?
«Sì, ho rivolto un appello a Gentiloni, ricordandogli come nel suo programma di governo abbia escluso la moltiplicazione del ricorso al voto di fiducia. Al Senato, per regolamento, dopo il voto di fiducia non ci sarebbe un voto finale sulla legge. La fiducia chiuderebbe il dibattito».
Pensa che esistano numeri sufficienti perla legge?
«Non vedo problemi per l`esito finale. La legge è sostenuta dal Pd, da Ap, dagli alleati di governo e anche da Lega e Forza Italia. Al massimo potremo avere un voto segreto sulla questione delle minoranze linguistiche. Aver paura di un solo voto segreto mi sembra eccessivo».
Che giudizio politico dà all`ultimo batti e ribatti a distanza tra Roberto Speranza e Matteo Renzi?
«Credo che, da parte di Speranza, arrivi una richiesta di dialogo e confronto con il Pd, partendo dalla constatazione che, anche alle recenti elezioni nella Repubblica Ceca, in Europa sia prevalsa la destra peggiore. Da qui il bisogno di un`apertura tra le forze del centrosinistra, per arginare una destra che si fa pericolosa».
È a favore, quindi, della ripresa del dialogo a sinistra?
«Sicuramente è un fatto positivo. E credo che non si debba porre, come elemento pregiudiziale, un preventivo consenso alla legge elettorale. In questo modo, non si andrà avanti. Non so che consensi si otterranno sugli emendamenti, ma il mio obiettivo è proporre di migliorare la legge elettorale. Al tempo stesso, va costruito un dialogo con tutte le forze del centrosinistra da Mdp a Pisapia sulla base di programmi innovativi».
Che tempi prevede ci saranno per la legge al Senato?
«L`obiettivo dichiarato è arrivare all`approvazione in questa settimana. Ma non sarà un dramma se, per discutere in maniera più approfondita, il voto finale dovesse arrivare nei giorni successivi. Sulla legge, il confronto per introdurvi miglioramenti va favorito e potrebbe diventare premessa alla ripresa di un nuovo dialogo a sinistra. La prospettiva del Pd non può essere un`alleanza con Forza Italia cui siamo alternativi».


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