‘E’ sottoscritto in modo trasversale’
Congedo di paternità obbligatorio di 15 giorni entro il primo mese di vita del figlio. E’ la proposta contenuta in un disegno di legge del Pd, sottoscritto anche da esponenti di Ap, Autonomie, gruppo Misto e dal capogruppo di Forza Italia, Paolo Romani al Senato. E presentato anche alla Camera dal capogruppo Pd Ettore Rosato. Le proponenti al Senato stanno lavorando anche ad un mendamento alla legge di stabilità. A presentare il ddl a Palazzo Madama sono state Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, Anna Maria Parente, capogruppo del Pd in Commissione Lavoro, l’onorevole Titti Di Salvo e Maria Silvia Sacchi, del Corriere della sera, il giornale che ha portato avanti una campagna pubblica per interpellare i lettori sul tema della genitorialità condivisa, dal quale è emerso che ‘sono soprattutto gli uomini a volere il congedo obbligatorio’. Sostegno anche dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che in una lettera ha ribadito il suo ‘interesse’ e la sua ‘attenzione’ per la tematica e che ha ricordato la sperimentazione avviata nel 2012 con la legge Fornero che ha introdotto una prima forma di congedo di paternità di un solo giorno che proseguirà tenendo conto delle ‘compatibilità finanziarie previste dalla manovra di bilancio per il 2016’.
‘Valorizzare la paternità significa dare più valore anche alla maternità – ha spiegato Fedeli, ricordando il messaggio su questo argomento lanciato recentemente dal presidente della Repubblica -. Se non diventa un valore la genitorialità condivisa non si potrà mai affrontare il problema del gap salariale tra donne e uomini’. Annamaria Parente ha sottolineato come ‘il congedo di paternità obbligatorio serve per scalfire il sentire comune per cui una donna si assenta di più dal lavoro e insieme alle misure di welfare aziendale già nella Stabilità è una risposta concreta alle esigenze delle donne e delle famiglie’
‘La maternità deve essere davvero una scelta libera – ha aggiunto Di Salvo – e non un ostacolo al lavoro o al modo di lavorare’.
La proposta di legge prevede che ‘il padre lavoratore dipendente è tenuto ad astenersi obbligatoriamente dal lavoro per quindici giorni lavorativi, anche continuativi, entro i 30 giorni successivi alla nascita del figlio’, un periodo pienamente retribuito con un’indennità a carico dell’Inps. Il presidente dell’Istituto, Tito Boeri, in una lettera ha espresso la sua condivisione per il progetto e offerto la propria disponibilità anche per valutarne gli oneri fiscali.

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